«Il cuore va benissimo, ero solo disidratato»

Zangrillo, il suo cardiologo, blocca la trasferta a Olbia: «Ma è più fresco di me»

nostro inviato a Olbia

La stanchezza non pare aver minato il buon umore. Così, chi lo sente durante la sua sosta veneta a casa di Niccolò Ghedini lo racconta allegro e come al solito pronto alla battuta («qualcuno mi dava già per morto...»). Nonostante il professor Alberto Zangrillo, il primario del San Raffaele e suo medico personale che poco prima di Natale lo aveva seguito fino a Cleveland per supervisionare l'impianto del pacemaker, sia alla fine riuscito a vincere la sua battaglia e convincere Silvio Berlusconi a prendersi finalmente una pausa dalla campagna elettorale. D'altra parte, il Cavaliere non ha mai fatto mistero d'essere «un paziente difficile». Al punto che seppure a malincuore Zangrillo è stato quasi costretto a dargli il suo benestare per il comizio mattutino alla Fiera di Vicenza dopo che venerdì sera a L'Aquila era stato colpito da un leggero malore, il secondo dopo quello ben più grave a Montecatini lo scorso novembre.
Così, dopo il bagno di folla vicentino il Cavaliere si concede una lunga pausa a Santa Maria di Sala, nel Veneziano, in compagnia di Paolo Bonaiuti, Giancarlo Galan, Valentino Valentini e Ghedini. E dorme a lungo.
Già, perché tornato da L'Aquila a Palazzo Grazioli poco prima delle tre di mattina, nonostante l'incidente serale l'ex premier si era limitato a poche ore di sonno prima di rimettersi di nuovo in macchina e poi in aereo con destinazione Vicenza. D'altra parte, che Berlusconi non abbia alcuna intenzione di mollare non pare essere una novità, se lui lo va ripetendo in ogni occasione pubblica e privata e se neanche l'insistenza dei suoi più stretti collaboratori - da Bonaiuti a Valentini e Sestino Giacomoni - è riuscita a farlo recedere dai suoi intenti «bellicosi». Alla fine - e comunque con la «mediazione vicentina» - ce l'ha fatta Zangrillo. Che l'ha lasciato dormire il necessario per far saltare l'appuntamento serale di Olbia che, soprattutto per le modalità logistiche che imponevano un contatto più diretto con la folla, si presentava decisamente più faticoso di quello veneto.
Un forfait che dà subito il via al consueto giro di telefonate, con i cellulari dell'entourage del Cavaliere bersagliati da parlamentari e cronisti. Così, pure per evitare che l'assenza dell'ex premier diventi la prima notizia della giornata,
Berlusconi decide di intervenire prima per una decina di minuti a Telelombardia, poi in collegamento con i giornalisti riuniti nello studio di Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, mentre è in macchina diretto all'aeroporto di Venezia per tornare a casa. «Il cuore - assicura - va benissimo. Quello che è successo a L'Aquila ha una spiegazione molto semplice: ero solo disidratato». Poi una risata. «Mi spiace - riprende Berlusconi - ma è stato fatto un complotto alle mie spalle. Nizzi e Zangrillo si sono messi di mezzo e mi hanno impedito di venire ad Olbia, così il comizio è stato spostato a venerdì». Insomma, «non bisogna fare ricostruzioni fantasiose» perché «va tutto benissimo» e «stasera torno dalla mia famiglia e dai miei figli che da troppo tempo non mi vedono».
Dunque, ribadisce l'ex premier, «non c'è stato alcun problema cardiologico». «Solo - sintetizza Zangrillo - una sindrome da affaticamento che non ha nulla a che vedere con i precedenti problemi».

D'altra parte, racconta il primario del San Raffaele arrivato a Palazzo Grazioli già ieri mattina poco dopo il ritorno del Cavaliere da L'Aquila, «siamo andati a letto alle tre e mezzo di mattina tutti e due e quando ci siamo svegliati per partire per Vicenza era più fresco lui di me...».

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