Silvia Marchetti
da Roma
Dalle parole ai fatti. Gli industriali promuovono le linee del Dpef ma aspettano di vedere «gli interventi specifici». Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, durante le audizioni parlamentari, dà il sostanziale via libera al testo del governo, seppure con qualche distinguo.
La maggior «sintonia» è sulla «fermezza» nella lotta allevasione fiscale. Per il contrasto al sommerso, sinonimo di «nanismo e illegalità», Montezemolo propone «un grande accordo bipartisan con un monitoraggio semestre per semestre». Il Dpef, tuttavia, agli occhi del leader confindustriale rimane un po troppo generico, senza coperture e «cadenze temporali». Se «gli obiettivi generali» non saranno tradotti in «decisioni concrete», avverte Montezemolo, il documento economico-finanziario resterà una mera dichiarazione di intenti. Il piano di rientro del deficit, per esempio, «è realistico e equilibrato» ma «mancano le indicazioni sulle misure da adottare e sulla manovra correttiva per il 2006».
La prova dei fatti sarà lapplicazione «sul campo» del contenuto del Dpef ma soprattutto delle «direttive» fornite dalla stessa Confindustria, in primis «taglio dellIrap e riduzione del cuneo fiscale». Uniche condizioni, sottolinea Montezemolo, per rendere «plausibili i risultati di crescita previsti». E i tagli alla spesa saranno «decisivi» per la «fiducia dei mercati e delle famiglie».
Ma non basta. Montezemolo rilancia lappello a governo e opposizione per una nuova concertazione: «Questo bipolarismo imperfetto ha generato un problema di governance. Dobbiamo condividere il più possibile le scelte strutturali per lo sviluppo del Paese». Specie quando la crisi è prettamente «made in Italy».
Una crisi alimentata da uno scenario di «scarsa trasparenza, concorrenza e mancato rispetto delle regole», il cui simbolo è il sistema bancario. Secondo il leader degli industriali, la guerra delle Opa attorno a Bnl e Antonveneta e la cacciata degli istituti stranieri condotte a colpi di «operazioni speculative hanno fornito una pessima immagine dellItalia allestero». Laffondo contro gli «immobiliaristi» e la chiusura del mercato italiano ai capitali stranieri è continuato alla relazione annuale di Assoimmobiliare: «La vera industria immobiliare è quella affiliata a Confindustria, opera in concorrenza e crea valore e ricchezza». Lunica che può farsi dunque «promotrice del rispetto delle regole».
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