Dai Rokes a Battiato è caccia ai 45 giri rari

Erano il modo più semplice per arrivare agli eroi del rock. Con 650 lire compravamo l’ultimo hit di Elvis o dei Beatles; scoprivamo persino il country con Muleskinner Blues (sottotitolata Il blues del mandriano), classico degli anni 30 di Jimmie Rodgers rilanciato dai Fendermen. Poi si scatenarono i complessi italiani. E anche il loro era un nuovo suono; ci capitò tra le mani Io ho in mente te(accoppiata a Resta) dell’Equipe 84 (cover di un brano di Barry McGuire) vinse il Cantagiro nel ’66. Ci attirarono dei capelloni inglesi (i Rokes) che rileggevano il classico Shake Rattle & Roll e cantavano in un italiano improbabile Quando eri con me (un disco che oggi sul mercato val 900 euro). Si perchè i 45 giri li abbiamo amati e poi traditi, derisi e buttati nella spazzatura attirati dalle seduzioni dell’hi-fi, ma oggi per i «cercatori» non hanno prezzo. Basta scorrere il prezioso libro 100 dischi d’oro di Fernando Fratarcangeli per trovare storia, aneddoti (e valore) dei 45 che hanno fatto la storia della nostra musica. Certo 29 settembre o Tutta mia la città dell’Equipe 84 in cantina ce l’hanno quasi tutti; ma quanti hanno la loro Canarino va, inno del Modena calcio? I ragazzi ipertecnologici si faranno una grassa risata alle spalle di questi dischini che però, se li riesci a beccare, raccontano la storia meglio di YouTube. Qui si ascoltano in versione originale urlatori come Tony Dallara, Joe Sentieri, Ghigo e persino Celentano che si cimenta in rock quali Tell Me That You Love Me e Man Smart accompagnato dalla band di Eraldo Volontè. E poi i prodromi del Battiato cerebrale stanno in singoli del 67 come La torre e Triste come me, sulla cui copertina c’è il cantautore che suona la chitarra a Milano in piena piazza del Duomo. Non solo roba per «vecchi»; si può risalire agli esordi di Eros Ramazzotti (Ad un amico e Sole che viene)o dei Litfiba (nel punk dei Cafè Caracasm da cui nacque la band, c’era anche Raf) con Luna e La preda, disco con una singolare copertina in bianco e nero e con due uomini incappucciati.

Uno spaccato di come vivevamo la musica, confrontandoci con quella americana a volte facendone scempio (il testo capolavoro The Weight di The Band nelle mani dei Dik Dik diventa la banale Elonora credi) a volte dando l’esempio (i Rokes trasformano la sdolcinata Cheryl’s Goin Home, ovvero Cirilla torna a casa nell’inno generazionale ma che colpa abbiamo noi). Anche questo è cultura rock.

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