Politica

Dall’Irpef al bollo, cambia già tutto

Previsti interventi per abbassare l’addizionale comunale e i costi per le automobili. Comunisti e Prc vogliono la cancellazione del ticket ospedaliero

da Roma

Alla commissione Bilancio del Senato si «scaldano i motori»: questa settimana arriva la Finanziaria, e già si fanno i conti su quanto costeranno le modifiche al testo «fiduciato» a Montecitorio. Secondo i primi calcoli, serviranno 400 milioni di euro per finanziare i primi cambiamenti già individuati. Cifra destinata a salire se, come pare, i senatori vorranno lanciarsi in operazioni più costose come una ulteriore riduzione dei ticket sul pronto soccorso.
Secondo le prime indicazioni, gli interventi certi sono almeno tre: un incremento della dotazione del Fas (Fondo aree sottoutilizzate); una modifica al ribasso dell’addizionale comunale Irpef (sbloccata alla Camera dallo 0,5% fino allo 0,8%); un ammorbidimento del superbollo, con il ripristino della rottamazione auto e moto, che era stato accantonato dalla Camera. Inoltre, Rifondazione comunista e Comunisti italiani premono per la cancellazione del ticket sul pronto soccorso. «Cercheremo di apportare miglioramenti su punti nevralgici, come i ticket; e vogliamo ridimensionare la spesa militare», dice il capogruppo di Rifondazione a Palazzo Madama, Giovanni Russo Spena. Il fatto è che dal ticket sul pronto soccorso ci si aspetta mediamente oltre 900 milioni di euro l’anno nel triennio 2007-2009, in totale 2,8 miliardi. Cifre importanti, difficili da sostituire.
Altri emendamenti sono allo studio nelle stanze di Palazzo Madama. L’ala «riformista» della maggioranza, schiacciata dalle estreme durante l’esame della Finanziaria alla Camera, vorrebbe inserire un precetto: una sorta di «regola aurea» fiscale, che impone di destinare alla riduzione futura delle tasse il maggior gettito derivante dalla lotta all’evasione e all’elusione fiscale. È inoltre probabile che venga riproposta dalla maggioranza la tassazione «secca» del 20% sugli affitti, che durante l’esame della Finanziaria alla Camera il viceministro delle Finanze Vincenzo Visco aveva giudicato troppo onerosa. La proposta piace al presidente della commissione Bilancio, l’ulivista Enrico Morando; ma i problemi di copertura potrebbero rivelarsi insormontabili.
Sul fronte della spesa, il Senato verrebbe incontro alle richieste dei ministri dell’Interno e della Difesa, Giuliano Amato e Arturo Parisi, che sollecitano più fondi per il comparto sicurezza (assunzioni, rinnovi contrattuali, eccetera). In molti chiedono, poi, maggiori risorse per università e ricerca. «Gli stanziamenti sono ancora insufficienti - osserva Roberto Villetti (Rosa nel Pugno) _- e si sarebbero potuti aumentare liquidando Sviluppo Italia, da cui sarebbero arrivati 800 milioni». Ci sono poi le spese per investimento, a partire da quelle che riguardano le Ferrovie dello Stato. Bisognerà anche decidere la sorte del Fondo per gli investimenti degli enti locali, proposto da Linda Lanzillotta, e accantonato alla Camera.
Insomma, il passaggio della Finanziaria al Senato sarà tutt’altro che una formalità. A complicare le cose, poi, i numeri risicatissimi di cui la maggioranza dispone a Palazzo Madama. Morando vuole però evitare che si ripeta al Senato la «resa» della commissione Bilancio della Camera, che ha passato il testo all’aula senza averlo votato. Che il dibattito si concluda con il voto di fiducia è comunque certo.

A quel punto, la manovra ritornerà a Montecitorio per la terza «lettura con fiducia».

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