Khartoum - Sono state ore lunghissime di incertezza. Dopo l'annuncio dell'avvenuta liberazione di ieri sera da parte delle autorità sudanesi e la conferma italiana era arrivata la smentita dell'unità di crisi della Farnesina. Una nottata e una giornata di passione a seguire lo sviluppo delle trattive. Tra conferme e smentite. Poi l'annuncio ufficiale. Un funzionario
sudanese ha detto che i quattro ostaggi di Medici senza frontiere, tra cui il medico italiano Mauro D’Ascanio, rapiti mercoledì scorso in
Darfur sono liberi.
"È confermato, sono stati rilasciati" ha detto Ali Youssef Ahmed, capo del protocollo del ministero degli Esteri, sul rilascio dei
quattro operatori di Medici senza frontiere. "Sono in salvo. Stanno bene. Sono ancora in Darfur ma saranno presto trasferiti a Khartoum.
Ahmed ha riferito
che i tre ostaggi (oltre il medico italiano Mauro D’Ascanio, l’infermiera canadese Laura Archer e il francese Raphael Meonier)
sono stati liberati attorno alle 12 ora locale. Almeno uno dei rapiti sudanese era stato rilasciato invece prima, ha aggiunto l’alto
funzionario senza fornire ulteriori particolari.
La conferma dell'Onu La notizia della liberazione era stata confermata dal direttore comunicazione della missione Onu-Ua nella regione, Kemal Saiki. La notizia è stata poi confermata anche dalla portavoce della forza internazionale, Josephine Guerraro, che in un sms, ha sctitto: i quattro ostaggi sono in buona salute.
La Farnesina: "Nassun riscatto pagato" "Evidentemente - ha commentato soddisfatto il ministro degli Esteri, Franco Frattini - ha pagato ancora una volta il lavoro con i governi e il silenzio dell'informazione ci ha aiutato e ovviamente appena qualcosa non ha funzionato è successo quello che è successo ieri notte con notizie poi smentite. Le cose bisogna farle senza un'altalena di notizie contraddittorie". Frattini ha quindi negato il pagamento di qualsiasi riscatto: "Non è stato pagato alcun riscatto, Medici senza Frontiere lo ha detto e ripetuto e a maggior ragione lo ripetiamo noi come governo. Abbiamo avuto contatti con le autorità sudanesi e con i servizi di sicurezza sudanesi che lo hanno escluso". Frattini ha poi spiegato che la situazione si è sbloccata per il fatto che: "si è sempre saputo dove gli ostaggi si trovavano e ha pagato il fatto che, come per le nostre suore, queste persone erano medici e lavoravano per salvare vite umane".
Msf: indignati per il sequestro "Siamo contenti che l'incidente si sia risolto ma siamo indignati per nostri quattro operatori sono stati sequestrati. Questa è una grave violazione del diritti internazionale".
Lo ha detto, in una conferenza stampa, il direttore generale di Medici senza frontiere Italia, Kostas Moschochoritis, che ha confermato che gli ex ostaggi, in questo momento in viaggio verso Khartoum "stanno bene e sono liberi".
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