diSembrava un giochino ideato a uso e consumo dei mezzi di comunicazione, quella specie di Monopoli criminale, per il quale un giorno Salvatore Parolisi, caporal maggiore dai galloni maliardi sembrava più vicino allarresto per luccisione della moglie Melania, un altro giorno appariva più lontano dalla colpevolezza e dal castigo. Lo sciocco gioco, la cui posta era la vita di più persone, è andato avanti per settimane, poi ieri larresto quello vero cè stato e un giovane uomo è in cella schiacciato dallaccusa di aver assassinato la moglie.
Gli stessi inquirenti ammettono che contro Parolisi non cè la cosiddetta «prova regina», ma una massa di indizi che sono stati modellati a strumento daccusa. Pettegolezzi, errori dello stesso indiziato, discutibili ricostruzioni psicologiche e ieri tutto è precipitato sulla testa di Parolisi, colpevole certamente di vanità e di protagonismo fuori ordinanza.
Ma basta tutto questo a inchiodare un uomo, un cittadino? Gli inquirenti affermano che le indagini sulluccisione di Melania Rea continuano in tutte le direzioni, ma intanto lasciano filtrare frammenti di ricostruzione tutti puntati contro il caporale galante.
Ma è sufficiente essere vanitosi e adulteri per essere considerati colpevoli di uxoricidio?
Il clima in cui è maturato larresto di Parolisi è lo stesso che ha visto svilupparsi e compiersi parecchi errori giudiziari.
Per questuomo sarebbe prudente ricordare la presunzione dinnocenza che vuole ogni cittadino senza colpa fino a quando una sentenza definitiva non abbia stabilito il contrario.
Andiamoci piano. Parecchi giornali probabilmente sguazzeranno nel triangolo con le stellette, ma noi sappiamo che quando certe indagini per omicidio non si sono risolte in tempi brevi le acque si intorbidano e può accadere di tutto.
Il criminologo Francesco Bruno, dopo avere rilevato che le prime indagini sulluccisione di Melania Rea sono state abbastanza pasticciate, esorta a coltivare qualche dubbio sulla colpevolezza di Salvatore Parolisi.
Il dubbio, ecco la chiave per seguire il corso della giustizia, specie quando questo ha imboccato la via del sensazionalismo.
Cerchiamo di essere dubbiosi, perché il dubbio è lunica certezza che può ispirare una società veramente liberale.
Il processo dirà quanto realmente valgano gli indizi affastellati e quanto peserà lassenza di una «prova regina».
Nellattesa conviene ricordare che il grido di innocenza lanciato da Parolisi al momento dellarresto non può essere sovrastato da un processo mediatico a tinte più o meno forti.
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