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"De Magistris si candida con Di Pietro?"

Il giornale dell'Udeur interviene nella polemica fra Guardasigilli e ministro delle Infrastrutture e a proposito del pm scrive "Suggestiva l’ipotesi di vederlo in seggio calabrese al Senato"

"De Magistris si candida con Di Pietro?"

Roma - "Il Campanile", giornale dell’Udeur, entra pesantemente nello scontro che vede opposti da un lato Clemente Mastella e dall’altro Luigi De Magistris e Antonio Di Pietro. «Sposare le tesi dell'uomo isolato dal potere che combatte le lobby affaristiche e il malaffare - scrive il quotidiano in una nota - non può che portare acqua al mulino dell'Italia dei valori. E chissà che grazie al can-can mediatico, De Magistris non possa scaldare i cuori dei calabresi alle prossime elezioni. Insomma, se ce li siamo fatti noi due conti, se li sarà fatti anche Di Pietro e non è detto che non se li sia fatti pure De Magistris. Insomma, il dubbio c'è e noi peccheremo pure, ma nessuno ci convince che De Magistris non possa essere il prossimo candidato al Parlamento dell'Idv».Così scrive il giornale mastelliano, che insiste: «a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca. Di Pietro direbbe, che c'azzecca? C'azzecca, c'azzecca. Ci chiediamo, infatti, chi siano i suggeritori o i consiglieri del pm De Magistris. Sono tra coloro che lo difendono a spada tratta, evocando la fine dello stato di diritto, senza però tener conto che anche i magistrati hanno il dovere di rispettare le leggi, o sono tra coloro che, dietro le strumentalizzazioni mediatiche nate sulla vicenda tentano di dare la spallata a Romano Prodi? Di certo - prosegue il quotidiano - appare surreale che Luigi De Magistris, il pm descritto come l'incorruttibile, l'uomo isolato che tenta di combattere i poteri forti parli di "rischio per lo stato di diritto", senza nemmeno aver ipotizzato, lo scorso 13 ottobre, quando iscriveva Clemente Mastella nel registro degli indagati, che il rischio per una avocazione dell'inchiesta dal pg di Catanzaro fosse almeno percorribile, concreto, anzi diremmo certo come bene ha documentato ieri il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Capotosti nell'intervista al quotidiano Il Messaggero».

«Allora - conclude il giornale - c`è da domandarsi: perché De Magistris abbia giocato proprio questa carta? Per acuire lo scontro, così come accaduto all'indomani del programma di Santoro ’Annozerò a pochi giorni dalla riunione del Consiglio superiore della magistratura che, sulla scorta delle relazioni ricevute degli ispettori dia via Arenula, avrebbe dovuto decidere sulle sue sorti professionali? O perché consigliato e rassicurato da qualcuno, che uno scontro tirato così all`estremo, di fatto, nel momento in cui l`antipolitica viaggia alle stelle e Mastella ne viene, artatamente, rappresentato come il bersaglio, lo avrebbe reso inattaccabile, e quindi, in via definitiva, gli avrebbe giovato per il futuro? Ma chissà? E chi lo avrebbe rassicurato? E qui, ammettiamo di pensar male, forse peccare, ma magari di azzeccarci». «Di certo - è il ragionamento del Campanile - il sostenitore per antonomasia delle tesi di De Magistris è il suo ex collega Antonio Di Pietro, da sempre desideroso di salire le scale di via Arenula e disposto a tutto per raggiungere l`obiettivo, magari con un rimpasto ai danni di Romano Prodi.

A questo si aggiunge che Di Pietro, proprio in Calabria, alle politiche del 9 aprile 2006 non ha ottenuto nemmeno un collegio senatoriale, avendo totalizzato solo il 2,63%».

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