da Roma
Procedimento archiviato perché non sono emerse questioni di rilievo disciplinare. Al procuratore federale Stefano Palazzi basta un comunicato di poche righe per dire che il caso Moratti-De Santis non esiste, almeno per la giustizia sportiva. Dunque, non arriverà nessun deferimento per lInter dopo il fascicolo aperto dallUfficio indagini sui presunti pedinamenti ordinati dal club nerazzurro verso lex arbitro internazionale. Lunico caso non prescritto per la giustizia sportiva, a differenza delle altre «vittime» del presunto pedinamento: i calciatori Vieri, Ronaldo, Mutu e Jugovic. Fu proprio Moratti ad ammettere il pedinamento dellex centravanti azzurro davanti al capo degli 007 federali Borrelli, con Bobo pronto ora a chiedere un risarcimento danni di 21 milioni di euro.
Le indagini erano iniziate lo scorso settembre, dopo alcune notizie secondo cui nel 2002 lInter avrebbe commissionato a una società di investigazioni private legata a Telecom il controllo delle attività di alcuni tesserati, come larbitro De Santis. Le informazioni sul fischietto romano emergerebbero dalla vicenda più complessa dello spionaggio Telecom. Il dossier era stato catalogato sotto il nome «Operazione ladroni» e sarebbe nato dopo una conversazione in cui lex arbitro Danilo Nucini avrebbe avvertito il suo amico Giacinto Facchetti (bergamasco come lui) sugli strani rapporti tra Moggi, De Santis e lex dirigente di Messina e Genoa Fabiani (comparso nella seconda tranche di Calciopoli). Facchetti avrebbe chiesto a Nucini di riferire i fatti alla Procura di Milano, ma questultimo avrebbe fatto marcia indietro. Così lInter avrebbe deciso, come sarebbe emerso dal lavoro della magistratura, di rivolgersi allagenzia investigativa di Cipriani per far pedinare De Santis. E lindagine privata sarebbe stata scoperta in un dvd (la chiave della vicenda), trovato in una perquisizione ordinata nellinchiesta sullo stesso Cipriani.
Secondo quanto affermato nellottobre scorso da Giuliano Tavaroli, lex capo della security di Telecom, il dossier De Santis sarebbe stato commissionato dallInter e poi «confezionato» da lui e dal suo «socio in affari» Cipriani. Moratti, interrogato da Borrelli qualche giorno dopo, avrebbe negato: «A Tavaroli chiedemmo solo un consiglio, dopo quanto Facchetti aveva saputo da Nucini sulla Juve e gli arbitri. Volevo proteggere Giacinto, temevo che ai suoi danni qualcuno avesse ordito una trappola. Ma a Tavaroli non ordinammo nulla su De Santis. Tutto ciò che venne realizzato, fu una sua iniziativa». Borrelli a quel punto ha cercato di registrare la versione di Nucini. Il quale però fa ancora marcia indietro: nessuna paura, pare, dellex arbitro, ma rispetto alla memoria di un amico (Facchetti) appena scomparso. Un motivo nobile e rispettabile, motivo per il quale vengono a mancare i tasselli decisivi della vicenda per comporre il puzzle. Da qui larchiviazione del procedimento sportivo, decisa da Palazzi.
Dopo il successo incassato, resta ancora aperto il fronte delle presunte plusvalenze fittizie. La relazione di Borrelli è sul tavolo di Palazzi da una quarantina di giorni, ma il procuratore federale non potrà decidere in tempi brevissimi. «Sono preoccupato quanto lo ero per le voci sui pedinamenti - ha detto ieri Moratti, presente allassemblea dei soci del club nerazzurro -. Avete visto tutti come si è risolta quella vicenda. Certo, non fa piacere che giustizia sportiva e ordinaria si occupino dellInter». Intanto ieri è stato votato il nuovo aumento di capitale di oltre 70 milioni di euro. «Tale aumento è la dimostrazione che unoperazione analoga non sarebbe stato un problema anche allepoca dei fatti contestati dal pm. A suo tempo abbiamo usato altri metodi, comunque regolari, proprio per evitare altre ricapitalizzazioni».
Nessuna risposta a Fabio Capello che nellintervista a Sky ha lanciato lennesima frecciata allInter per il caso plusvalenze («in Spagna mi arrivavano tante voci sullo scudetto degli onesti..., sarebbe bello se adesso lo assegnassero alla Roma»). E sempre sullInter il tecnico del Real ha aggiunto: «Credo che lInter abbia veramente uno squadrone, il livello di classe dei giocatori in generale è nettamente superiore a tutti gli altri. Mancini? Sta facendo bene, adesso poi gli hanno dato anche due scudetti in più, mi sembra...».
Capello ha parlato anche dei suoi titoli alla Juve revocati con Calciopoli, oltre che di Luciano Moggi. «Gli scudetti sono nove, le medaglie degli altri due non sono venuti i carabinieri a prendermele a casa. Noi sul campo lo abbiamo vinto correttamente, con agonismo e determinazione, non abbiamo mai avuto, secondo noi, facilitazioni durante le partite. Qualcuno ha deciso di toglierlo altrimenti avrebbero perso il posto in Champions.
(ha collaborato
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