Debora Serracchiani ha la promessa facile Ma la memoria corta

Forse lei ne è già al corrente, caro Granzotto, ma se così non fosse la informo io. Ebbene, la «sua» cara, sincera democratica Serracchiani, segretaria del Partito democratico del Friuli Venezia Giulia, è risultata essere ultima (67%) tra i parlamentari del nord-est come presenze alla sedute dell’assemblea del Parlamento europeo (fonte Messaggero Veneto del 13 giugno, pag. 6). Mi par già di sentire il suo «Caspita!!», in attesa di un suo commento.
Venzone (Ud)

Era il 28 maggio dello scorso anno, caro Calderari. In quel fausto giovedì Luciano Vecchi e la nostra gagliarda Serracchiona, entrambi candidati del Partito democratico alle elezioni europee nella circoscrizione nord-orientale, si attivarono «per garantire che i cittadini siano pienamente informati sulle attività dei loro rappresentanti all’Europarlamento». Seguì pubblico e solenne giuramento: «Debora Serracchiani e Luciano Vecchi si impegnano - qualora eletti al Parlamento Europeo - a mettere a disposizione via internet tutti i dati relativi a presenze, interventi, emendamenti e proposte di risoluzione presentati dagli eurodeputati italiani in tutti gli organi parlamentari». Questo perché, aggiunsero il Vecchi e la nostra simpatica patatona, «il Parlamento Europeo deve essere una casa di vetro ed i cittadini hanno il diritto di conoscere esattamente l’attività dei loro rappresentanti». Ad apporre all’iniziativa vecchiserrachianesca il certificato di garanzia ci pensò poi - e da par suo - il Partito democratico rendendo noto d’aver «compiuto la scelta di candidare esclusivamente persone competenti e che - se elette - parteciperanno con costanza ed impegno ai lavori del Parlamento Europeo. Purtroppo gli altri partiti italiani non hanno seguito lo stesso esempio. Noi ci impegniamo a garantire che gli elettori possano giudicare chi intenderà onorare il mandato ricevuto dagli elettori e chi no». Rimasero tutti a bocca aperta: però, si commentò al Bar dello Sport, è proprio vero che questi giovani (nonostante il cognome, Vecchi è un giovane e la Serracchiani, occorre dirlo?, è la giovane per antonomasia) portano nella politica una ventata di freschezza democratica, di trasparenza che manco il Vetril, di serietà, diligenza, impegno e competenza. Questo, dicevo, accadeva il 28 maggio del 2009. Dieci giorni dopo si andò a votare e la simpatica patatona fu eletta a furor di popolo sinceramente democratico (Vecchi non so, e non mi interessa).
Credo che anche dalle vostre parti, caro Calderari, abbia corso legale il detto «Passata la festa gabbato lo santo». E stando ai fatti, grande gabbatrice se non di santi sicuramente di elettori (gonzi) è stata la Serracchiani. Giovane? All’anagrafe forse, ma come politica vecchia, vintage si potrebbe dire. Fra lei e un D’Alema, un Bersani, un Fassino, una Bindi e una Iervolino non ci corre un mese. Infatti, sul suo spassosissimo sito che io, puntiglioso, settimanalmente sbirciavo, mai comparve ciò che solennemente la patatona (e il Piddì) giurò di far comparire: i dati relativi alle presenze in aula. Ora ne capisco la ragione: altro che «partecipare con costanza e impegno ai lavori del Parlamento», nell’euroaula ci mette piede, la patatona, raramente.

Cioè quasi mai e renderlo noto le scoccia (non deve nemmeno scomodarsi per passare alla cassa, tanto i 45mila euro mensili, che sborsiamo noi contribuenti, le vengono accreditati per bonifico sul conto corrente. È l’Europa, bellezza!).

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