«Quante morti si potrebbero evitare se gli spazi pubblici fossero dotati di defibrillatori automatici». Questo il commento a caldo del professore Alessandro Capucci alla notizia dellennesimo decesso avvenuto nei grandi magazzini Auchan di Ancona. Laurea a Bologna e una vita spesa nella ricerca e nella cura delle malattie cardiache, Capucci è direttore della clinica di cardiologia delluniversità di Ancona presso lOspedale Le Torrette.
«In caso di malore e di arresto cardiaco, ogni paziente afferma - è a rischio di morte o di danni permanenti se non si interviene subito, entro i primi cinque minuti. É molto difficile che in una città lambulanza possa intervenire entro quel tempo. Ma se ci fosse un defibrillatore automatico, che ormai per legge può essere utilizzato anche da personale non medico, il paziente verrebbe rianimato, il sangue continuerebbe a scorrere e il cervello sarebbe irrorato». Il professor Capucci è riconosciuto tra i maggiori esperti di fibrillazione atriale e scompenso cardiaco ed ha contribuito al varo della legge che consente a tutti i cittadini italiani luso del defibrillatore in caso di bisogno. Questo dispositivo salva vita è estremamente semplice e si attiva solo se necessario.
Il professor Capucci ha dato vita alla fondazione: «Ancona: Cuore É Vita» . Lo scopo della Fondazione è quello di sensibilizzare la popolazione alla cultura del salvavita per posizionarli sul territorio e nelle aree di grande affluenza, come appunto i centri commerciali, le banche, lo stadio, i campi sportivi.
«Come si è diffusa la cultura degli estintori nei locali pubblici, così mi auguro che si diffonda la necessità di avere a portata di mano i defibrillatori automatici, almeno nei luoghi di grande affluenza. Solo così si può intervenire tempestivamente in attesa del 118 che porterà il paziente in ospedale per proseguire con le cure». Alessandro Capucci ha già realizzato a Piacenza, dove operava prima di Ancona, il primo progetto in Italia di diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici. Solo nel primo anno 50 persone colpite da infarto o arresto cardiaco sono state salvate grazie allapparecchio salvavita che si trovava nelle vicinanze e che fu usato in attesa dellarrivo dellambulanza.
La defibrillazione è una tecnica di tipo medico usata in caso di ritmo cardiaco non emodinamicamente adatto. Le indicazioni sono : tachicardia sopraventricolare e ventricolare, flutter o fibrillazione ventricolare. Ma anche fallimento di una sinusalizzazione farmacologica.
Durante la scarica elettrica il sistema di conduzione del cuore viene ripolarizzato in toto. La depolarizzazione avviene a livello del pacemaker fisiologico, il nodo senoatriale, che restaurerà il ritmo naturale. La dose d'energia necessaria è legata a dei protocolli internazionali. Di solito più è alta l'energia più è efficace la scarica di defibrillazione. Prima di trattare una fibrillazione atriale risalente a più di 48 ore , bisogna sottoporre il paziente ad una terapia anticoagulante, per evitare una tromboembolia arteriosa. Oltre ai defibrillatori manuali, esistono quelli semiautomatici che permettono a personale non qualificato di praticare una defibrillazione precoce. Le possibilità di salvare una persona in arresto cardio-respiratorio, con il conseguente danneggiamento dell'organo più importante, ossia il cervello, calano del 10% ogni minuto perso: agendo su un paziente in arresto cardiaco, dopo due minuti dal momento che il cuore si è fermato, la vittima ha l'80% di possibilità di salvarsi. Dopo tre minuti il 70%. Dopo 6 minuti di assenza di ossigeno al cervello si va incontro a danni cerebrali irreversibili che possono provocare deficit motori, lessici, o influire sullo stato della coscienza della persona. Le vittime in stato vegetativo ne sono un esempio. Nel lontano 1947 il chirurgo statunitense Claude S.Beck realizzò il prototipo sperimentale di defibrillatore, presso i laboratori della università di Cleveland. Da quel momento il dispositivo venne diffuso in tutte le sale operatorie di tutto il mondo.
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