(...) sono difficilmente raggiungibili, vuoi la vita di strada, vuoi la vita del campo. Resta così solo quella cinquantina, che è evidentemente seguita dagli assistenti sociali. E segnalata ai distretti. E che continuerà a godere dell'esenzione. «A questo punto, visto che tutti i bambini sono uguali - osserva Alessio Piana, Lega Nord -, applichiamo l'Isee a tutti. Anche a quelli che vivono nei campi. Più volte quelle famiglie si sono rivelate poi proprietarie di immobili o intestatarie di conti bancari». Ma ci pensa l'assistente sociale a mettere tutto a posto.
Perché per tutti gli altri, quelli delle famiglie normali, con l'iscrizione per il prossimo anno scolastico i rispettivi genitori dovranno dichiarare redditi e patrimonio. Dalla somma tra i primi e il venti per cento del secondo, si ottiene l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, sul quale verranno calcolati i contributi dovuti dai singoli nuclei familiari. Un sistema che va a superare quello vecchio «A gradoni - dice l'assessore Veardo -. E permette di calcolare il contributo su criteri più trasparenti, equi e solidali».
La soglia per l'esenzione è fissata a un Isee pari o inferiore a 5.513,42 euro. L' Isee superiore a 37mila euro, invece, è la soglia per la tariffa ordinaria. In tutto questo vanno poi considerati altri fattori: il numero di figli minorenni iscritti ai servizi di ristorazione o educativi, la presenza o meno di un affitto da pagare o un mutuo residuo. Rispetto i più di quarantamila bambini iscritti, l'anno prossimo, più di ottomila bambini resteranno esenti. 4.661 pagheranno la stessa quota dell'anno scorso. 7.063 pagheranno meno dell'anno precedente. La restante parte, pagherà di più.
I nomadi - o meglio: i bambini residenti nei campi nomadi - resteranno fra gli esenti. Poiché tutti quelli che vanno a scuola, proprio per il fatto di vivere in una situazione di marginalità, sono seguiti dagli assistenti sociali. Neanche a dirlo, c'è anche la solita eccezione: sono i due nuclei famigliari nomadi che hanno presentato il modulo Isee per iscrivere i propri bambini ai servizi del Comune. Loro sono ormai «ex» nomadi, almeno secondo il senso letterale della parola: integrati, hanno un lavoro in regola e una casa. Ma di togliere la parola «nomadi» dalla delibera, che si rifà con orgoglio a quella del '91/'92, proprio non se ne parla. Anzi. In questo punto, su richiesta degli stessi consiglieri di opposizione, saranno aggiunti anche i figli dei rifugiati politici. Anche loro, solo se seguiti dagli assistenti sociali. Piena soddisfazione della maggioranza. Che propone anche, attraverso le parole di Luciana Biggi, Pd, il ripristino dello scuolabus per i bambini dei campi nomadi.
L'assessore Paolo Veardo si è dato sei mesi di tempo per valutare la bontà della delibera. Che, però, lascia aperti ancora alcuni dubbi. Primo fra tutti, il rischio, altissimo, di scarsa attendibilità delle auto-dichiarazioni delle famiglie. Saranno comunque fatti controlli incrociati a campione e specifici sulle «situazioni sospette», che saranno segnalate alla Guardia di Finanza.
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