Il derby farà vincere tutti: l’indotto vale oltre 11 milioni

Un derby di positiva combustione, che porterà il sole nelle tasche dell’economia lombarda. Milan-Inter di sabato 2 aprile alle 20.45 non sarà di guerriera adrenalina soltanto per l’ormai stretta corsa allo Scudetto; non si presenta in alta tensione solo per l’attesa dei tifosi, ma sale di valore anche per l’indotto: 11 milioni di euro tra shopping, lo spettacolare pre-partita e i festeggiamenti che seguiranno alla lotta delle «bande» rosse, blu e nere allo stadio Meazza.
Il fragore di questo evento calcistico è un’ondata balsamica di danè. La Camera di commercio di Monza e Brianza, in base ai dati del Registro imprese, della Regione Lombardia, dell’Istat, del Censis, dell’Isnart e della Provincia di Milano, ha calcolato che lo scontro tra le due storiche squadre meneghine registrerà un introito di 4.582.400 euro per i ristoranti, di 2.665.600 euro nel settore shopping, di 2.016.480 euro per gli alloggi dei tifosi che arrivano dai siti fuori Lombardia, di 1.439.200 euro per i ciò che riguarda le spese generali e di 819.200 euro per i trasporti. Totale: 11.522.880 euro.
«Quello sportivo - spiega Renato Mattioni, segretario generale della Camera di commercio di Monza - è il cosiddetto turista invisibile. Potremmo definirlo anche low-coast, perché vale la metà di un turista normale e un terzo dello straniero. Alloggia in centro ma in piccoli alberghi, prende i mezzi pubblici, mangia il panino. Eppure in questa sua «invisibilità» è portatore di un guadagno per il territorio molto particolare, soprattutto quando il derby cade di sabato». Giovane e risparmiatore, il tifoso che arriva nel capoluogo lombardo, magari con moglie, è comunque attratto dalle proposte fashion della città. Quindi, dopo la partita, tende a fermarsi anche la domenica per recarsi a comperare il divano nell’azienda della Brianza oppure ne aprofitta per fare una passeggiata in centro e regalare alla signora - che a sua volta gli ha donato la possibilità di andare allo stadio - l’oggetto di tendenza. «Non è assolutamente un turista da sottovalutare» rimarca Mattioni.
Per il brand internazionale della sfida di San Siro, quando sale sul predellino l’intrepido Diavolo davanti allo storico Biscione, è stata stabilita la quotazione di circa 28 miliardi di euro come ritorno dell’immagine internazionale della città, circa 1 miliardo in meno in due anni, scarto dovuto ad alcune variabili, tra cui le performance e i meriti delle due formazioni, la classifica Uefa Team Ranking e soprattutto il decremento del flusso turistico dovuto alla crisi. «Il brand è una sorta di economia dell’intangibile che incide però nell’economia nel territorio.

La maglietta del Milan del bambino che gioca anche sui campi della Libia significa che il pregio del made in Italy viene dalla qualità dei nostri prodotti, ma anche dallo spirito con cui sono diffusi. E dal calcio arriva sempre un forte spirito propulsore. Le squadre sono un forte elemento di globalizzazione».

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