nostro inviato a Napoli
Mentre tremano Paparesta e gli altri arbitri che avrebbero usato le schede telefoniche comprate a Chiasso da Moggi emergono nuovi dettagli su una partita calda del campionato 2004/2005. Di Lazio-Fiorentina del 22 maggio 2005, 1-1 dopo che all'arbitro Rosetti sfuggì la «parata» del difensore laziale Zauri nel primo tempo, si era già molto parlato. Soprattutto per la «proposta da bandito» - una combine mancata - che sarebbe stata rivolta da Diego Della Valle a Claudio Lotito, e finita agli atti perché riferita dal presidente laziale al vicepresidente Figc Mazzini in una telefonata intercettata. L'incontro era decisivo per quello che secondo i pm napoletani era il piano per salvare i viola dopo la «capitolazione» dei Della Valle alla cupola moggiana.
Fitte telefonate costellano i 90 dell'Olimpico e l'intervallo. Mazzini chiama l'ex designatore Bergamo a metà incontro per chiedere conto dell'errore arbitrale. Bergamo è preoccupato: «Che ti devo dire, sto facendo delle e-mail, ti richiamo». Dopo la partita, ancora Bergamo risponde a Mazzini: «È incredibile - dice - perché era tutto sistemato; Dio, non sistemato, pilotato». Ora di quella partita si sa anche cosa ha detto l'arbitro. Rosetti, reduce dai mondiali tedeschi, lo scorso 12 luglio racconta all'ufficio indagini Figc: «Bergamo mi chiamò prima della partita come capitava sovente, anche con Pairetto», spiega a Borrelli. Ma poi rompe quello che i pm napoletani ritengono un «muro d'omertà» e rivela: «Quella volta Bergamo chiamò il quarto uomo durante l'intervallo. Non era una cosa normale, ero basito». Il designatore volle parlare con lui: «Gli dissi - mette a verbale il fischietto - che secondo me Zauri l'aveva presa con la testa». Rosetti ammette l'irritualità della chiamata (da lui però non refertata) e spiega: «L'atteggiamento di Bergamo mi infastidì molto, tanto che chiusi la conversazione attaccando il telefono». Ma nega pressioni evidenti per «riparare» all'errore: «Non mi disse niente per il secondo tempo». A proposito delle affermazioni sul «pilotaggio», Rosetti si sfoga: «Provo rabbia e amarezza per la telefonata di Bergamo. Non sono pilotabile e nessuno mi può condizionare». L'internazionale, poi, si difende anche dal sospetto che fossero dolose le ammonizioni dei fratelli Lucarelli, diffidati, in Livorno-Inter, sette giorni prima che i labronici incontrassero la Juve: «Non guardo mai le liste dei diffidati, li ho ammoniti perché ritenevo giusto farlo». Rosetti viene sentito ancora dai carabinieri di Roma l'11 gennaio di quest'anno.
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