Roma

Diagnosi sbagliata, perse i gemelli: condannato medico a Monterotondo

Avrebbe visitato in modo «frettoloso e superficiale» una donna incinta di sei mesi di due gemelli che lamentava dolori pelvici. Cagionando così alla donna, secondo l’accusa, una grave emorragia con ematoma retroplacentare, nonché la morte di entrambi i feti e mettendo in grave pericolo la vita della stessa paziente che fu costretta così a subire un intervento di isterectomia con conseguente perdita della capacità di avere figli. Per questa vicenda il medico, all’epoca dei fatti in servizio presso il polo ospedaliero di Monterotondo, è stato condannato a due mesi di reclusione per l’accusa di lesioni gravissime dal giudice monocratico Rosanna Scirè Risichella. Lo stesso giudice ha anche disposto che il medico paghi una provvisionale di 30mila euro al marito della donna e al primo figlio della coppia. Un risarcimento che ha riconosciuto il cosiddetto danno riflesso dato dalla rimozione di un organo con le relative conseguenze future, ossia l’impossibilità per la donna di procreare. I fatti risalgono al 27 giugno 2001 quando P.F., incinta di sei mesi di due gemelli, si reca al polo ospedaliero di Monterotondo per dolori alla zona pelvica. Qui viene visitata dal medico che la rimanda a casa dopo averle somministrato 2 compresse di Vasosuprina, un farmaco che avrebbe dovuto calmare le contrazioni. Dopo 2 ore, non essendo terminati i dolori, la donna si reca all’ospedale Villa S.Pietro. Qui viene scoperta un’emorragia e il distacco della placenta che portano non solo alla morte dei due feti, ma che costringono i medici a sottoporre la donna a un intervento di isterectomia con conseguente perdita della capacità di avere figli. Secondo l’accusa, ciò si sarebbe potuto evitare se il medico dell’ospedale di Monterotondo l’avesse visitata in modo approfondito. Sempre secondo l’accusa il medico avrebbe sottovalutato gli spasmi dolorosi e persistenti al basso ventre accusati dalla donna e talmente forti da non consentirle di camminare.

Tali omissioni nella visita del medico, che non avrebbe né fatto un’ecografia, né rilevato il battito dei feti, avrebbero determinato la mancata diagnosticazione di un distacco della placenta che avrebbe determinato l’emorragia, la perdita dei feti e la successiva isterectomia.

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