Cè chi parla di coraggio, chi di temerarietà, chi di incoscienza. Diana Sartor, atleta tedesca specialista dello skeleton e arrivata a un soffio dalla medaglia (quarta, proprio un posto davanti allazzurra Zanoletti), ha gareggiato pur se incinta di nove settimane. «È una vita - si è giustificata - che penso allOlimpiade e non me la sentivo di rinunciare, soprattutto considerando il fatto che delle mie discese io sono sicura, non corro rischi». Però, ha aggiunto a gara conclusa: «Che stress. Per fortuna è finita ed è andato tutto bene. Adesso posso dedicarmi al mio bambino». Sarà, le leggi che regolano lattività sportiva delle gestanti non sono e, non possono essere, universali, cioè non possono riguardare indifferentemente tutte le discipline sportive.
La scelta di Diana ha suscitato molte perplessità. Anche quelle di Maurizio Oioli, lazzurro che, come la tedesca, gareggia con lo skeleton, gettandosi a capofitto, pancia in giù (vero, Diana?) e testa in avanti nel budello di ghiaccio che chiamano pista. «Diana ha tutta la mia simpatia. Ma non posso crederle quando dice di essere sicura di sé, nella nostra specialità il rischio è dietro langolo. Una scelta davvero strana, la sua».
Le decisioni di Diana Sartor hanno fatto particolarmente rumore nel clan azzurro della neve, del quale fino a qualche tempo fa faceva parte anche Isolde Kostner (argento olimpico in discesa quattro anni fa a Salt Lake City). Anche Isolde è incinta, e a suo tempo ha dato lannuncio della gravidanza contemporaneamente a quello dellinterruzione dellattività sportiva.
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