Il dicastero della Giustizia

RomaNelle stanze di via Arenula già sono tutti in fibrillazione. Chi verrà dopo Angelino Alfano, Guardasigilli in uscita per prendere le redini del Pdl nei prossimi giorni?
La girandola di nomi è ancora troppo muticolor per farsi un’idea precisa. Per ora, si parla di Maurizio Lupi, di Elio Vito, di Fabrizio Cicchitto. Anche di un «tecnico», come il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio. Ma non è affatto certo che il nome del nuovo ministro della Giustizia venga fuori da questa rosa.
La decisione non sembra imminente e anche all’ufficio di presidenza del Pdl riunitosi ieri sera non si è affatto parlato della questione. Lo ha confermato, uscendo da Palazzo Grazioli, il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. Potrebbe essere anche lui tra i candidati?
Già al momento della formazione del governo Berlusconi il nome dell’ex esponente di An è stato fatto in alternativa a quello di Alfano, ma è stato proprio Gianfranco Fini a bloccarlo. Un particolare che oggi potrebbe essere un vanto per Mantovano.
In attesa delle prossime dimissioni di Alfano, segretario nazionale in pectore del Pdl, sembra che tutti gli interessati facciano a gara nel tirarsi indietro. La riforma della giustizia è uno dei punti centrali del programma di governo, ma anche il più controverso, quello che scatena le polemiche più violente.
«Nessuno sgomita per andare a via Arenula - racconta uno dei partecipanti alla riunione di presidenza del Pdl -, anche perché c’è poco tempo davanti e si tratta di entrare in un mondo affollato di mille problemi, difficili soprattutto per chi non è già esperto della materia».
Il ministero della Giustizia, soprattutto in questo momento di grandi tensioni giudiziario-politiche, viene ritenuto insomma più una grana che un onore.
E poi, pesano tante altre considerazioni legate soprattutto agli equilibri interni al partito di Silvio Berlusconi.
«Non ho nessuna intenzione di fare il ministro - dichiara Fabrizio Cicchitto -. Preferisco il lavoro in parlamento come sto facendo». Il ruolo tutto politico da presidente dei deputati del Pdl gli piace molto, perché entrare nel governo in questo scorcio di legislatura?
Smentisce le ipotesi che lo vorrebbero successore di Alfano anche l’interprete dell’anima ciellina del partito, Maurizio Lupi. Malgrado la poltrona sia di peso, sembra che anche lui non ambisca a occuparla, meglio forse il posto di capogruppo di Cicchitto.


Secondo i boatos di ieri sera in pole position per il posto da Guardasigilli ci potrebbe essere il ministro dei Rapporti con il parlamento, Elio Vito. Qualcuno ricorda che lo chiamavano «murena», perché non è un pesce grosso ma se addenta la preda la molla solo ammazzato. Ma c’è chi ha molti dubbi anche sulla sua candidatura. E allora? La scelta non è facile.

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