Dieci mesi di sole: Huelva invita Milano sulla «via della luz»

nostro inviato a Huelva

(Spagna)
«In principio era la luce, e la luce era Huelva». Con 2.998 ore di sole all’anno - cinque mesi più del nord Europa - e 215 giorni senza pioggia, le parole del poeta Pablo Garcia Baena sono diventate lo spot con cui l’Ufficio spagnolo del turismo di Milano, in collaborazione con l’ente di promozione turistica della provincia di Huelva, propone ai milanesi di scoprire la metà dell’Andalusia ancora poco rispetto alla Costa del Sol e le spiagge affollate di Malaga, Torremolinos e Marbella. A un’ora e mezza di strada dall’aeroporto di Siviglia (raggiungibile oggi da Milano e Orio al Serio anche con compagnie low cost) e al confine con il Portogallo, «la ruta della luz» è l’itinerario che spazia dalle spiagge ancora incontaminate di Cartaya, che si affacciano sull’Oceano Atlantico attraverso El Rompido o San Miguel, a quelle in cui la tradizione dei pescatori si sposa con il turismo come Islantilla e Isla Cristina, a quelle ancora più moderne di Lepe.
Blu e verde, sabbia e natura. La maggior parte del territorio di Huelva è uno spazio naturale protetto. Visitando le Marismas del Odiel, patrimonio Unesco ai piedi della capitale, è normale incontrare stormi di fenicotteri che volano sul filo dell’acqua, mentre sull’estremità orientale della Sierra Morena, il parco naturale di Aracena è costellato da castelli medievali. Immancabile la tappa alla Grotta delle meraviglie, la caverna più estesa della penisola, un percorso di 1.200 metri tra stalattiti e stalagmiti, attraverso sei laghi e dodici «sale», come «la Cattedrale» o «i cristalli di Dio», ma anche al «Museo del prosciutto», che si conclude con la degustazione del celebre Pata Negra. Lungo la strada per Aracena, la vista panoramica si apre sulle vecchie miniere d’argilla di Riotinto. Il parco della Donana è patrimonio dell’Umanità dal 1994, si estende per circa 50mila ettari ed è quasi un pezzo d’Africa: tra le circa trenta specie diverse di mammiferi, 250 di uccelli, trenta di rettili e anfibi, trovano rifugio animali iberici rari come la lince pardina e l’aquila imperiale. Uno degli ossercatori più prestigiosi della Donana si trova a El Rocio, più famoso però per il suo eremo e la processione della Blanca Paloma, la statua della Vergine che a fine maggio viene accompagnata da carrozze e oltre 40mila cavalli. Ma circa 5mila cavalli che corrono selvaggi rende l’atmosfera del Rocio suggestiva tutto l’anno, un paesaggio d’altri tempi che si può visitare in carrozza fermandosi al tramonto nei locali che mescolano tapas e flamenco. La provincia comprende anche Palos de la Frontera, da dove Cristoforo Colombo salpò nel suo primo viaggio del 1492: al Molo delle Caravelle, la Nina, la Pinta e la Santa Maria sono riprodotte nelle dimensioni originali.

Huelva è pure distese di fragole (la provincia è la prima produttrice d’Europa, la seconda nel mondo), aranceti che producono frutti di ottima qualità grazie alla terra argillosa e quasi 300 tipi diversi di funghi.

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