Politica

«Difendo la legge, volete il Far West»

Francesca Angeli

da Roma

«Io non voterò. Scelgo l’astensione e chiedo il rispetto per chi difende questa legge, così come lo pretende chi promuove il referendum abrogativo». Quella di Cesare Cursi, il sottosegretario alla Salute, è una posizione indubbiamente coerente a favore della legge sulla fecondazione assistita, visto che ne ha seguito tutto l’iter sia alla Camera sia al Senato. Il testo, secondo Cursi, rappresenta un grande passo avanti perché ristabilisce il fondamentale principio della difesa della vita.
Senatore Cursi perché non andrà a votare?
«La legge 40 non è un legge politica mentre il referendum è tutto ideologico. Non è una legge di maggioranza visto che ampi settori sia di destra sia di sinistra l’hanno votata secondo coscienza. Nella sua approvazione non hanno prevalso schieramenti ideologici ma valori etici. C’è chi crede in certi principi che non riguardano soltanto i cattolici e chi invece no. L’astensione è una scelta di valori che prescinde dalla fede religiosa. Oltretutto non hanno dato tempo alla legge di camminare, non hanno aspettato neanche un anno. Io dico sperimentiamola e aspettiamo i risultati. La legge stessa prevede eventuali modifiche correttive».
Che succederebbe se non fosse raggiunto il quorum e il referendum fallisse? Sareste disposti ad ascoltare le ragioni di chi dice che legge deve essere modificata, almeno sulla diagnosi preimpianto?
«Anche questa norma come tutte le altre è perfettibile. Esistono alcune proposte di modifica già depositate in commissione Affari costituzionali, anche queste bipartisan, che possono essere riprese domani se c’è la volontà».
Ma la modificherete o no? Lei come sottosegretario alla Salute si impegna a farlo in caso di fallimento del referendum?
«Se non fosse raggiunto il quorum, come io auspico, mi impegno a verificare sulla base delle indicazioni di carattere medico-scientifico la possibilità di modificare il testo purché si mantengano fermi i principi fondatori della legge, ovvero la difesa della vita e dell’embrione».
Se il quorum non ci fosse il passo successivo sarà la revisione della legge sull’aborto?
«No, non lo consentiremo. Contestualmente alla legge fu approvato un ordine del giorno da tutto il Parlamento. L’odg afferma che legge 194 non viene inficiata in alcun modo da legge 40. È una polemica strumentale. Il referendum nasce dalla volontà di mettere in piedi uno scontro ideologico, è una forzatura che nulla ha a che vedere con le tecniche di procreazione assistita. Con la legge 40 attraverso l’Istituto superiore di sanità abbiamo censito e approvato 325 centri in modo da garantire meglio proprio la salute della donna. Abbiamo posto fine alle speculazioni sulla pelle delle donne e degli embrioni».
Se il quorum fosse raggiunto e la legge modificata che accadrebbe?
«Si tornerebbe al Far West.

La legge di fatto sarebbe cancellata».

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