Premiate le scrupolose. Bocciate le menefreghiste. Arriva da Cambridge il tributo alle mamme incinte attente alla dieta. Sono loro - dicono i ricercatori dell’Istituto di Scienze metaboliche dell’università inglese - quelle che garantiranno ai figli longevità e giovinezza. Al contrario, le donne che si alimentano male durante la gravidanza moltiplicano il rischio che i loro piccoli in futuro si ammalino di diabete di tipo 2, un fattore che aumenta la possibilità di essere colpiti da infarto o di contrarre un tumore da adulti. «La cosa più interessante di questa scoperta - spiega Susan Ozanne, autrice della ricerca che svela per la prima volta le conseguenze di un’alimentazione errata sulla vita adulta del feto - è che abbiamo cominciato a capire davvero come l’alimentazione durante i nove mesi in grembo plasmi la salute nel lungo termine e influenzi l’invecchiamento delle cellule».
Addio abbuffate, insomma. Niente eccessi, come si credeva un tempo quando le nonne incitavano le future mamme a «mangiare per due». Un po’ di rigore, almeno per nove mesi, è il segreto. «Non è solo una questione di quantità, ma soprattutto di qualità», spiega al Giornale Guglielmo Salvatori, neonatologo dell’Unità di terapia intensiva dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
La prova arriva sempre da loro, i re degli esperimenti da laboratorio: i ratti. Nei figli delle mamme che hanno seguito una dieta poco sana gli scienziati britannici hanno scoperto una riduzione nell’attività di alcuni geni. Fra questi l’Hnf4a, il cui «rallentamento» riduce la funzionalità del pancreas e causa un calo della capacità di produrre insulina.
«Le raccomandazioni sono quelle generiche di seguire una dieta equilibrata, stando attenti a non prendere troppo peso, a evitare il junk-food, il cibo spazzatura, patatine fritte e grassi animali. Bastano regole semplici come preferire l’olio di oliva al burro - aggiunge Salvatori -. Poi, certo, anche la quantità conta. Evitare gli eccessi è importante quanto evitare la iponutrizione». La paura di ingrassare troppo in gravidanza porta alcune mamme a mangiare poco, col rischio che anche il feto cresca poco e «un bimbo iponutrito è un bimbo che ha problemi nello sviluppo dei vari organi, che ha maggiori rischi di sviluppare una sindrome metabolica o dell’apparato cardiovascolare, con la possibilità di sviluppare in futuro il diabete di tipo 2.
Occhio anche alle insidie del nostro tempo. «A proposito del pesce, per esempio, importante per il contenuto di proteine di alta qualità, iodio, fosforo, acidi grassi polinsaturi (Omega-3), è bene però stare attenti all’inquinamento ambientale, causa di un’alta concentrazione di metilmercurio soprattutto nei pesci di grossa taglia, pesce spada o tonno, all’origine di vari problemi sul sistema nervoso del feto», spiega ancora Salvatori.
Future mamme attente, insomma. Le insidie si nascondono nei dettagli. C’è tempo per tornare a ingozzarsi nei fast food. In fondo sono solo nove mesi, il tempo per garantire l’elisir di lunga giovinezza ai vostri piccoli.
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