Diritto d’asilo: giro di vite in Svizzera

Nazioni Unite perplesse: «Norme troppo restrittive»

È la legge più severa d’Europa. Il Parlamento elvetico ha approvato le nuove norme sul diritto d’asilo, che rendono la vita più difficile ai rifugiati. Chi entrerà in Svizzera senza documenti non potrà presentare domanda per l’asilo politico. Inoltre i clandestini che rifiutano il rimpatrio rischiano di finire in carcere anche per due anni. Insomma, un vero e proprio giro di vite, voluto dal ministro della Giustizia Cristoph Blocher, che è stato avallato dal Parlamento.
Ma se la sinistra ha già annunciato che lancerà un referendum, anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Hcr) si è detto preoccupato per la severità delle nuove disposizioni. «Malgrado il costante calo delle domande di asilo in questi anni, siamo delusi dal fatto che venga adottata una nuova legislazione restrittiva, che potrebbe rendere eccessivamente difficile l’accesso alla procedura per i veri rifugiati», ha dichiarato il portavoce dell’Hcr, Ron Redmond.
Secondo le statistiche dell’Onu, le domande di asilo in Svizzera sono diminuite del 32% tra il 2003 e il 2004; nei primi sei mesi del 2005 il calo è stato del 44% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Attualmente il numero delle richieste è al livello più basso dal 1987. «Abbiamo espresso in più occasioni le nostre serie preoccupazioni», ha dichiarato il portavoce. Tra l’altro le nuove norme potrebbero essere in conflitto con la Convenzione internazionale del 1951, che contempla il caso dei rifugiati privi di documenti, come accaduto nel 1999 quando molti kosovari furono accolti».
Ma l’inasprimento della legge elvetica potrà creare qualche frizione con l’Europa? «Non credo proprio – dice Alberto di Luca, presidente della Commissione parlamentare bicamerale Schengen–Europol–Immigrazione -, anche perché il diritto d’asilo è legato ad aspetti umanitari che riguardano un numero limitato di immigrati.

Comunque il problema vero dell’immigrazione è proprio quello degli stranieri senza documenti».

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