Roma

Disabile muore nel centro requisito

Alessia Marani

Muore soffocato dalle sbarre del letto nel centro per disabili in cui era ricoverato a Santa Severa. Per Giorgio R., 27 anni, affetto da tetraplesi e distonia percinetica con un grave ritardo mentale dalla nascita, i soccorsi sono stati inutili. Il ragazzo è deceduto intorno all’una di domenica notte nella sua stanza dell’edificio di via dei Normanni che fino allo scorso 7 luglio era gestito dalla Onlus «Anni Verdi» e poi passato di mano alla Regione Lazio - dopo un’occupazione abusiva - per decisione del prefetto. «Una morte annunciata - tuona, ora, l’avvocato Mauro Lancellotti, presidente onorario dell’associazione -. Dovuta all’incapacità dell’amministrazione pubblica di porre soluzione a una questione grave, che coinvolge centinaia di malati e lavoratori e alla sua arroganza. Non a caso il 25 luglio io stesso mi ero recato dai carabinieri a denunciare nero su bianco quanto stava avvenendo all’interno del centro di riabilitazione: turni scoperti, personale insufficiente, pazienti tenuti pressoché segregati nelle loro camere senza assistenza adeguata. Un’autentica anarchia per 54 degenti psichiatrici pericolosi per se stessi e per gli altri». «La morte di Giorgio - prova a spiegare Concetto Saffioti, direttore sanitario della Asl Rm F che ha preso in consegna la struttura fino al prossimo 30 settembre - è una tragica fatalità. La sua patologia provoca movimenti incontrollati e convulsi del corpo. Venti minuti prima che il ragazzo cadesse dal letto un operatore era presente nella stanza per cambiarlo. Le camere sono videosorvegliate. A quanto ci risulta, l’addetto ai monitor proprio nei momenti successivi si sarebbe allontanato per andare alla toilette. Quando è tornato ha visto il giovane con la testa incastrata tra le sbarre e ha dato l’allarme». L’Sos al 112 arriva intorno all’1.15. Saffioti precisa: «Gli operatori di turno, circa 4 anche se sono in corso verifiche per accertare l’esatto numero dei presenti, si sono precipitati subito dal ragazzo, ma non c’è stato niente da fare». Lancellotti nella denuncia scriveva: «Mi risulta una gestione interna senza regole e controlli anche se dovrebbero essere presenti funzionari della Asl Rm F 24 ore su 24. Quando il centro era sotto la nostra responsabilità la presenza di medici, infermieri, terapisti e psicologi era assicurata su due turni giornalieri di 8 ore e la notte vi era la costante presenza di un’infermiera con reperibilità del medico (...)». Giorgio R. era seguito dagli assistenti di «Anni Verdi» da ben 14 anni. «Anni Verdi» vanta un credito stratosferico nei confronti della giunta Marrazzo per ben 70 milioni di euro. Il personale (600 lavoratori per 1.000 assistiti in sei diversi centri, quattro a Roma e uno a Lavinio oltre a quello sul litorale) per mesi ha ricevuto stipendi a singhiozzo. Anni Verdi sollecita all’assessore Battaglia i pagamenti. La Regione non ne vuole sapere. La Onlus minaccia la liquidazione dell’Ente. La struttura, in tutta risposta, viene occupata. Battaglia pensa bene di chiedere al prefetto di requisire l’edificio, anziché di dare quanto dovuto alla ditta «fornitrice del servizio», da ben 40 anni. Il 23 agosto il Tar di Civitavecchia si pronuncerà sulla richiesta cautelare di Anni Verdi di rientrare in possesso del centro.

Intanto, al vaglio del pm Cotronei è la posizione del personale e dei funzionari della Asl Rm F in servizio domenica notte, i quali dovranno rispondere per omesso soccorso o omessa vigilanza nei confronti del 27enne.

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