da Roma
«Non dobbiamo boicottare le Olimpiadi cinesi, ma presentarci tutti ai giochi indossando una maglietta con la scritta Tibet libero». È la convinzione di padre Bernardo Cervellera, direttore dellagenzia «Asianews», che conosce bene la realtà cinese e rilancia spesso notizie sulle violazioni dei diritti umani in quel grande Paese.
Padre Cervellera, che notizie avete dal Tibet?
«In questo momento non sappiamo molto. Ci sono le cifre discordanti sul numero delle vittime. Dopo linizio della rivolta, il governo di Pechino ha fatto oscurare molti siti Internet che potevano aiutarci a capire la situazione reale».
Non le sembra che il momento in cui far scoppiare la rivolta sia stato scelto con cura, alla vigilia delle Olimpiadi?
«Ci sono due elementi importanti di cui tenere conto. Il primo è che in questi giorni si conclude a Pechino lAssemblea nazionale del popolo. E dunque la rivolta è pensata per dare uno schiaffo al governo cinese. Il secondo elemento è rappresentato dalle Olimpiadi: i tibetani sperano che, essendo la Cina sotto i riflettori, la repressione non sia dura come in passato. Le rivolte in Tibet non sono una novità: ci sono stati massacri nel 1950, nel 1959 e nel 1989. Ora, siccome il governo di Pechino ci tiene a presentare la Cina come un grande Paese moderno, si spera che la risposta alla rivolta sia più tranquilla che in passato. Ma nei rivoltosi cè anche unaltra frustrazione legata alle Olimpiadi
».
Quale?
«La Cina ha già preparato cerimonie e parate per far vedere che nel Paese coesistono pacificamente varie etnie e minoranze. Nella cerimonia di apertura faranno sfilare dei tibetani, nel villaggio olimpico hanno ricostruito un villaggio tibetano in plastica e una specie di zoo delle minoranze etniche. Unoperazione di facciata. I tibetani temono che passi un messaggio del tutto falsato della situazione, mentre loro soffrono un genocidio culturale e religioso. Per questo vogliono pubblicizzare le loro ragioni e cercare di manifestare durante i giochi».
Il Dalai Lama però non sembra condividere la rivolta
«Il Dalai Lama non controlla più la popolazione tibetana. I rivoltosi contestano la linea del dialogo portata avanti da lui, vogliono arrivare allo scontro, sono disperati. Le rivolte di questi giorni sono un atto di pura disperazione da parte di molti giovani che in questi anni si rendono conto di non aver ottenuto nulla. Il Dalai Lama è stretto tra i suoi irrequieti giovani e il muro dellintransigenza cinese».
Non crede che la rivolta possa avere un effetto controproducente e bloccare il processo di democratizzazione del regime cinese?
«La Cina teme che se fa qualche concessione al Tibet, poi si troverà costretta a farlo con le minoranze di molte altre regioni. Il dialogo è visto dunque come un elemento di debolezza. Pechino è in una situazione difficile. Ma la repressione non risolve i problemi, li rimanda soltanto».
AllAngelus Benedetto XVI non ha parlato del Tibet. Perché?
«La situazione è ancora confusa, la Santa sede non ha informazioni dirette, e poi cera già limportantissimo appello per lIrak
».
Per quale motivo il Dalai Lama non è stato ricevuto in Vaticano durante lultima visita in Italia?
«Il Papa lo aveva già ricevuto. Credo che il problema sia stato di protocollo: il Dalai Lama ha annunciato lincontro prima ancora di aver chiesto udienza
».
Qual è la situazione dei cattolici dopo la lettera ai cinesi che il Papa ha scritto nove mesi fa?
«La lettera circola, ma nel governo cè ancora molta ambiguità perché alcuni considerano quella del pontefice unintromissione nelle vicende interne della Cina. Le stesse motivazioni dellepoca di Mao. Ci sono state delle ordinazioni episcopali concordate con lassenso di Roma, ma forse sono state dovute anche alla concomitanza con le Olimpiadi. Sinceramente non vedo grandi spiragli»
Il Dalai Lama è contrario al boicottaggio delle Olimpiadi. Lei come la pensa?
«Sono contrario perché boicottare i giochi può essere un modo per lavarsene le mani. Meglio esserci e porre il problema.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.