«Abbiamo preso una brutta botta»: il vice primo ministro britannico, Nick Clegg, aveva ieri la bocca corrucciata di un bambino sullorlo del pianto, e per lui non poteva essere batosta peggiore: un «uno-due» - i risultati delle amministrative e del referendum sul sistema elettorale da lui voluto - proprio mentre si avvicina il primo anniversario della coalizione di governo con i conservatori di David Cameron.
Per il partito «junior partner» dellalleanza con i Tory - la prima coalizione di governo del dopoguerra in Gran Bretagna - lesito delle amministrative dellaltroieri è stato il peggiore in 30 anni e Clegg ha ammesso che la «colpa» è da attribuire alla percezione che il governo sta riportando la Gran Bretagna allepoca del thatcherismo negli anni Ottanta. Ma la «vera» notizia doveva ancora arrivare, con i risultati del referendum sulla riforma elettorale, cavallo di battaglia dei Liberal-Democratici e pegno imposto ai Tory di David Cameron per entrare nellalleanza: con 18 milioni di voti nellurna, quasi il 70% - dicono le proiezioni Bbc - ha bocciato la riforma e solo un terzo dei britannici si è schierato per il sì.
Riforma significava cancellare il sistema attuale del «first past the post», una sorta di maggioritario secco in cui è eletto chi prende anche un voto più degli altri, a favore dellAlternative Vote, il sistema allaustraliana in cui si è eletti con il 50% più uno delle preferenze in una lista in cui sono indicati tutti i candidati. Ma, se nessuno dei candidati raggiunge la maggioranza assoluta, si comincia eliminando lultimo non eletto redistribuendo i suoi voti tra i rivali/colleghi che lo precedono. E così via fino a che non si arriva alla maggioranza assoluta.
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