Dismissioni e fondi al Sud: il governo trova 36 miliardi

La nuova previdenza farà guadagnare 4 miliardi l’anno, dei 28 miliardi per lo sviluppo 21 vanno al Mezzogiorno. Dagli immobili altri 15 miliardi

Dismissioni e fondi al Sud: il governo trova 36 miliardi

Roma - Dalle nuove norme sul mercato del lavoro alle pensioni, dall’utilizzo dei fondi europei al Sud fino a un piano di dismissioni pubbliche per 15 miliardi di euro. Dalla mobilità obbligatoria nella Pubblica amministrazione agli sgravi fiscali a favore delle imprese che si aggiudicano le opere pubbliche già cantierabili, passando per l’allentamento dei lacci sulla concorrenza per la deregulation a favore delle imprese. È un programma molto ambizioso quello presentato dal governo nella lettera d’intenti all’Europa. E soprattutto un programma che, se attuato, cambierà abitudini consolidate.

ASSUNZIONI E LICENZIAMENTI
Partiamo da qui, perché le future norme interessano tutti, giovani in attesa di lavoro e meno giovani che hanno già un’occupazione. In sostanza, il governo si impegna a una riforma del mercato del lavoro che va un due direzioni: favorire nuove assunzioni limitando l’uso dei contratti «parasubordinati»; ma allo stesso tempo licenziamenti più facili dei lavoratori a tempo indeterminato in caso di crisi aziendale. Parallelamente dovrà essere rivista la normativa sull’indennità di disoccupazione. In breve: i giovani avranno qualche possibilità in più di trovare un’occupazione stabile; i meno giovani potrebbero essere meno protetti se le imprese in cui lavorano vanno male. È possibile che queste indicazioni vengano recepite nei rinnovi dei contratti di lavoro, con adeguate tutele.

PENSIONI, A RIPOSO PIÙ TARDI
È bene dire subito che le nuove regole sui pensionamenti sono state già approvate con le manovre 2010 e 2011, e nella lettera all’Ue il governo le ribadisce. In futuro tutti, uomini e donne, andranno in pensione di vecchiaia a 67 anni. Ma effettivamente, da quando? Il documento parla del 2025, ma per effetto del legame alla speranza di vita Istat e alla «finestra unica», i 67 potrebbero essere raggiunti già nel 2021, fra dieci anni. Per l’anzianità, le regole in vigore restano immutate, e andranno a regime nel 2013. Anche in questo caso, tuttavia, vale il legame con la speranza di vita. Il risparmio a regime è quantificabile in 4 miliardi di euro all’anno.

EUROSUD E SGRAVI FISCALI
Il governo s’impegna a utilizzare i fondi strutturali europei soprattutto per lo sviluppo del Mezzogiorno. Ci sono 8 miliardi di euro da spendere nei due ultimi mesi di quest’anno. Ma complessivamente sono in ballo 28 miliardi sino alla fine del 2013, 21 dei quali per il Mezzogiorno. Di questa cifra è stata finora spesa o soltanto impegnata non più della metà. In parallelo, il governo individuerà nelle prossime dieci settimane un elenco di opere pubbliche subito cantierabili. Le imprese che se le aggiudicheranno avranno sgravi fiscali Ires e Irap. Sarà garantito un accesso agli appalti facilitato alle piccole e medie imprese.

DISMISSIONI
Entro il prossimo 30 novembre, il governo definirà un piano di dismissioni del patrimonio pubblico che dovrebbe portare nelle casse dello Stato 5 miliardi l’anno per tre anni. Dunque, 15 miliardi di euro che andranno a ridurre lo stock del debito pubblico. Contemporaneamente gli enti territoriali, in particolare le regioni, dovranno definire un programma di privatizzazione delle aziende da loro controllate. I proventi potranno essere utilizzati per finanziare progetti di investimento a livello locale.

IMPIEGO PUBBLICO «MOBILE»
Come avviene nel settore privato, anche gli impiegati pubblici potranno essere spostati da una amministrazione all’altra, anche a livello locale. La mobilità sarà obbligatoria attraverso meccanismi «cogenti-sanzionatori». Fa il suo ingresso nel pubblico impiego anche la cassa integrazione, con conseguente riduzione dello stipendio. Sarà approvata inoltre una norma per il trasferimento del personale delle Province soppresse negli organici delle Regioni e dei Comuni. Ed è probabile l’accorpamento dei diversi enti previdenziali (Inps, Inpdap e così via). In generale, si punta a una Pubblica amministrazione più moderna ed efficiente, in particolare nella giustizia civile. Entro il prossimo aprile sarà in opera una banca dati centralizzata per i processi civili e fallimentari. L’obiettivo è la riduzione della durata delle cause civili di almeno il 20% in tre anni.

SARACINESCA LIBERA
Gli orari degli esercizi commerciali saranno liberalizzati: è il provvedimento maggiormente «visibile» fra quelli destinati a favorire la concorrenza nei mercati, ma anche nelle professioni. Il governo è già intervenuto, con la manovra estiva, sul mercato della distribuzione dei carburanti; e si agirà su quello delle assicurazioni rc-auto. In generale, il governo punta a liberalizzare sia le attività imprenditoriali che le libere professioni, e a rafforzare la concorrenza nell’ambito dei servizi pubblici locali. All’Antitrust verranno garantiti poteri rafforzati.

RIFORMA DEL FISCO
La delega fiscale-previdenziale sarà approvata entro il 30 gennaio 2012, e dovrà garantire un risparmio di 4 miliardi nel 2012, di 16 miliardi nel 2013 e di 20 miliardi di euro dal 2014 in poi. Saranno razionalizzati i regimi di favore fiscale e le sovrapposizioni fra diverse agevolazioni.

Se quelle cifre non verranno raggiunte scatta la «clausola di salvaguardia» con il taglio di tutte le agevolazioni vigenti (anche lo sgravio Ici prima casa) per il 5% nel per il 2012 e per il 20% dal 2013 in poi. Il pareggio di bilancio nel 2013 è, per l’Italia, un must.

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