Roma

Distributore di gasolio abusivo, presi due pregiudicati

Avevano realizzato un distributore di gasolio e olio combustibile totalmente abusivo. I prezzi, ovviamente, concorrenziali rispetto a quelli degli altri impianti. Un fatturato annuo stimato in decine di milioni di euro per una società di autotrasporti di Pomezia, guarda caso amministrata da due pregiudicati locali, R.V., 25 anni e P.M. di 40 anni. Un movimento su strada di uomini e mezzi pesanti con il marchio della piccola compagnia petrolifera fin troppo esagerato e difficile da passare inosservato. Tanto da insospettire gli uomini delle Fiamme Gialle. Non ci vuole molto per scoprire il luogo dove sono dirette le autobotti e a chi viene erogato il combustibile.
«Abbiamo avviato le indagini attraverso varie banche dati - spiega il capitano Augusto Dell’Aquila, comandante della compagnia di Pomezia della Guardia di Finanza - e, successivamente, mediante pedinamenti mirati. I conti non quadravano: le dichiarazioni dei redditi di questa società non coincidevano assolutamente con la mole di combustibile trasportato e venduto».
È in un’area di sosta riservata agli autoarticolati che i finanzieri scoprono l’inghippo. Qui, tra la via Pontina e la provinciale diretta ai Castelli Romani, mediante delle colonnine ben camuffate, veniva erogato il gasolio e l’olio fuorilegge. «Abbiamo accertato che le necessarie autorizzazioni amministrative e di sicurezza erano totalmente assenti» continuano i baschi verdi. A quel punto vengono sequestrate quattro cisterne, due pompe erogatrici, 13mila chilogrammi di gasolio per autotrazione e mille litri di olio lubrificante. Scattano, dunque, tutte le verifiche del caso nelle varie sedi amministrative dell’azienda, dislocate nei posti più strani. Garage e scantinati adibiti a uffici, capannoni nascosti nella campagna a depositi di greggio. Ed è così che i militari pometini scoprono l’evasione dei versamenti Ires, Ire, Irap, nonché dei contributi Inps agli ottanta lavoratori risultati completamente al nero. «Dunque - conclude il capitano Dell’Aquila - la società, mediante l’utilizzo di false fatturazioni e il ricorso sistematico alla manodopera in nero e agli omessi versamenti di imposte e contributi, ha usufruito di benefici in termini di riduzione del carico fiscale e della possibilità di ottenere margini altamente vantaggiosi nel settore del trasporto merci su strada a livello nazionale».
L’evasione calcolata riferita solamente allo scorso anno? Cinque milioni di euro, di cui uno sottratto ai dipendenti. yuri9206@libero.

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