«Diventare invisibili? Si può»

«Diventare invisibili? Si può»

«Invisibilità? Se ne avessi parlato qualche decina d'anni fa sarebbe scoppiata una risata. Oggi grazie ai “metamateriali” questa diventa molto di più di una semplice ipotesi!». Così Sir J.B. Pendry dell'Imperial College di Londra alla conferenza d'apertura alla 17ma Conferenza Internazionale sulle Nanoscienze e le Nanotecnologie che vede radunati durante questa settimana nella sala Maestrale dei Magazzini del Cotone, nel Porto Antico, (prima volta assoluta in Italia) 800 scienziati da tutto il mondo. «La Scelta di Genova non è casuale - spiega Vittorio Pellegrini co-organizzatore dell'evento -. È una scelta che vuole premiare l'impegno dell'Italia e di questa città in particolare, in un ambito davvero molto importante per gli sviluppi tecnologici che propone». Uno di essi, appunto, è quello dell'invisibilità: la realizzazione di materiali con «indice di rifrazione negativo» ovvero in grado di far scorrere la luce intorno a sé, anziché assorbirla o rifletterla. Vi immaginate le applicazioni di questa scoperta? Avremo navi, aerei, oggetti invisibili? O qualcuno magari già pensa di poter utilizzare il mantello dell'invisibilità di Harry Potter o di poter diventare l'uomo invisibile di turno? Certo, la fantasia fa da padrona, ma a far sì che le idee di Pendry siano state dichiarate possibili sono state una serie di recentissime scoperte. La prima è quella di un nuovo materiale, il «grafene»: un foglio sottilissimo di atomi di carbonio con proprietà elettriche ed ottiche straordinarie. «Si potranno realizzare display miniaturizzati e lenti ottiche perfette, in grado di esplorare le più piccole parti della materia senza che nessuna informazione venga persa per via di fenomeni, ad esempio, di dispersione della luce». L'autore della scoperta, il fisico inglese Novosolev riceverà proprio domani il premio internazionale «Nicholas Kurti European Science Prize».
Ma non sono solo straniere le scoperte: è di questi giorni la pubblicazione di un altro importantissimo lavoro da parte del gruppo di Mario Rocca del Dipartimento di Fisica di Genova riguardante alcune singolari proprietà delle onde elettromagnetiche di superficie su gas di elettroni. Queste scoperte potranno essere accoppiate, appunto, al caso della luce e far sì che una superficie diventi del tutto invisibile in un ampio spettro di frequenze, tra cui anche quelle della luce visibile.
Ma non solo di invisibilità si parla in ambito di nanotecnologie. Gli esperti si confrontano anche sui leggendari «calcolatori quantistici», computer in grado di aumentare esponenziale la potenza di calcolo e la capacità di immagazzinare dati. «Coi computer quantistici non si avrà più la logica binaria, ma molti, molti più stati possibili. Se oggi è possibile scrivere i dati solo sulla superficie di un cd, con queste tecnologie sarà possibile scriverle nell'intero volume. Si capisce la portata di questo fatto?», continua Vittorio Pellegrini. È enorme. E se fino a qualche anno fa le terribili «fluttuazioni quantistiche» proprie dei sistemi dell'infinitamente piccolo, sembravano ineliminabili, recenti sistemi basati sulla tecnologia dei materiali semiconduttori, hanno abbattuto in maniera totale anche questo muro.

«Certo, si è ancora costretti a lavorare a temperature vicino allo zero assoluto e con campi magnetici elevati, ma ormai è chiaro a tutti che non si possa più ridurre questi studi a meri giochetti teorici per gli esperti» conclude Pellegrini che, per confermare la validità del fatto annuncia: oltre alla Nasa per le applicazioni spaziali, anche la Microsoft ci crede. Ha appena investito 20 milioni di dollari per il progetto sui calcolatori quantistici. Insomma, il futuro bussa già alla nostre porte.

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