Domenech trova il colpevole: Gourcuff

Ultima chiamata per la Francia. L’ex milanista escluso contro il Messico. Ma la vecchia guardia ormai è logora

Domenech trova il colpevole: Gourcuff

Il fatto avvenne davanti a mille persone. Lo stadio si chiamava Pocitos, di Montevideo. L’anno? Il Millenovecentotrenta, il giorno tredici del mese di luglio. Fu Francia-Messico, fu la prima partita della coppa del mondo di calcio, fu la vittoria dei francesi per 4 a 1. Ottanta anni dopo può essere oggi l’ultima chance per la Francia, l’ultima chance per Raymond Domenech. Non lo sarà per faccia d’angelo Gourcuff. Nella partitella di allenamento di ieri il ragazzo del Bordeaux è stato messo tra le riserve, al posto suo Malouda. La Francia cambia, boccia il fosforo e promuove la velocità. È la svolta culturale, la nazionale di Platini e di Zidane non ha più genio, malattia che è pandemia ormai ed è arrivata anche in Italia. Raymond Domenech sa di avere concluso il proprio mandato, Laurent Blanc dovrà fare la rivoluzione francese ma, intanto, bisogna onorare la patria anche se non sembra esserci comunicazione tra squadra e allenatore.
Brutto segno, si è messo a parlare anche Zidane che di solito tiene la bocca chiusa anche con i parenti stretti. Ormai la crisi è chiara, l’ancien regime non esiste più, i giovani promettono ma non mantengono, Anelka più Govou più Ribery non fanno totale, i tre non dialogano, solitari e soli, individualisti ed egoisti. Manca il leader, manca Vieira, mancano gli altri reduci e sopravvissuti dell’epoca d’oro, non c’è stato ricambio generazionale all’altezza. Il resto lo ha fatto quel simpaticone di Domenech, con il suo carattere, con le sue scelte, con il modo di gestire i rapporti non soltanto con la stampa ma anche con i giocatori, da Gallas a Henry: «Chi dice che i miei non giocano uno per l’altro non sa quello che dice e me ne frego».

Intanto la Fifa, con la solita elasticità di pensiero e azione, ha respinto la richiesta francese di sostituire il portiere Carrasso, infortunato alla coscia, e di sostituirlo con Stephane Cuffie, dunque Domenech ha a disposizione, come Lippi, due soli portieri, il titolare Lloris e Mandanda.
Oggi, allora, il Messico si toglie il sombrero e spera di prendersi la rivincita ottanta anni dopo. Saranno più di mille gli astanti, tutti muniti di vuvuzela, i bookmakers inglesi prevedono la sorpresa.

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