«Se io fossi il Papa abolirei il Natale. O meglio lo porterei al 25 marzo». A proclamarlo, senza mezzi termini è Paolo Farinella, che di mestiere fa il prete nella chiesa di San Torpete nei vicoli. E così nostro malgrado, dobbiamo continuare - per dovere di cronaca - a occuparci di lui. La sua provocazione arriva secca a fine conferenza dopo la presentazione del programma per le festività di Natale, organizzata ieri dal Comune e dalla Provincia di Genova. Non risparmia nessuno, e nell'arco di pochi minuti, oltre a voler spostare la Natività (e dopo aver fatto notare, dalle colonne di Repubblica, che larcivescovo Bagnasco al Cardinal Dinner si è fatto servire da camerieri in guanti bianchi...), attacca le istituzioni locali: «Non ci considera nessuno. E se continua così, il prossimo anno sarò io a indire una conferenza per spiegare che siamo costretti a chiudere - continua don Farinella -. Il Comune e la Provincia di Genova non possono solo promuovere le loro iniziative. Dicono che non ci sono soldi, e poi invece, li trovano. E noi continuiamo ad accumulare deficit. Non abbiamo aiuti da nessuno, se non dai fedeli». L'oggetto del contendere è dunque l'attività culturale che si svolge in parrocchia, ossia i 35 concerti in calendario per i quali non ci sono fondi per finanziarli. «Noi facciamo cultura tutto l'anno. E non soltanto in alcuni periodi. Abbiamo una selezionata gamma di concerti di altissimo livello internazionale - ha spiegato adirato don Farinella -. C'è in chiesa un organo del 600' che noi utilizziamo per fare musica orchestrale che registra sempre il pienone. Eppure, non basta. Insomma - ha aggiunto il prete - finiamola di promuovere solo determinate attività. Bisogna trovare il coraggio di iniziare sostenere e coordinare anche le iniziative che ci sono sul territorio, senza nascondersi dietro il fatto che non ci sono soldi».
La contestazione del prete è così arrivata puntuale, dopo la presentazione dell'articolato programma di manifestazioni, iniziative, eventi culturali e di spettacolo, che ha come punto di forza i presepi e le attività commerciali, che insieme ai Municipi, partecipano con oltre 50 eventi sparsi su tutto il territorio cittadino. Allestimenti di presepi storico-artistici, tradizionali, scenografici, paesaggistici, meccanici, antichi, moderni e viventi potranno essere ammirati a Palazzo Rosso, Museo Diocesano, Museo dei Beni Culturali Cappuccini, Villa Duchessa di Galliera, il Santuario delle Grazie e l'Oratorio di San Filippo Neri. Il museo Luzzati propone invece la mostra «Emanuele Luzzati. La cantata dei pastori con un omaggio a Umberto Piombino». Accanto ai presepi permanenti nel Santuario di Nostra Signora di Carbonara detto «La Madonnetta» e del museo di Villa Luxoro a Nervi, ci sono anche quelli viventi: borgo del Carmine, basilica Collegiata di Santa Maria delle Vigne, chiesa di San Marco al Molo e l'antica abbazia Santi Cosma e Damiano. Un itinerario in costume è inoltre in programma la mattina del 6 gennaio a Sestri Ponente. Diverse le associazioni che propongono visite guidate tra i presepi e musica per le strade dei Palazzi dei Rolli; così come i concerti di musica sacra, barocca, classica e tradizionale organizzati da Municipi, Civ, associazioni e circoli. Il teatro Carlo Felice propone «Lo Schiaccianoci» di Chaijkovskij e il «Canto di Natale» da Dickens, mentre domani sera la Fondazione «Banca degli Occhi Melvin Jones» del Lions Club Distretto 108 offrirà un concerto benefico nella chiesa di San Donato. Si rinnova poi la tradizione dell'abete natalizio in piazza De Ferrari (7 dicembre); l'antica cerimonia del «Confeugo» e l'accensione del beneaugurale ceppo d'alloro (20 dicembre piazza Matteotti e Palazzo Ducale).
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