La sicurezza della città, evidentemente, è meno importante e utile alla collettività di uno spinello fumato in pubblico.
Perchè quando il Gruppo Consiliare di Liguria Nuova ha chiesto la sala di rappresentanza del Comune per una giornata di studio sul «contributo della polizia municipale» si è sentito rispondere «picchè». Poi passano i giorni e si scopre che per il «Cantico dei drogati», il libro presentato da Don Gallo, Tursi ha dato il via libera alla sua area più prestigiosa. Chi poteva pensare che il prete che aiuta i tossicodipendenti si sarebbe messo a fumare una droga «leggera» davanti ad una sala gremita, scatenando poi infuocate polemiche?
Per il fondatore della Comunità di San Benedetto si era trattato di un chiaro gesto politico, schierandosi così contro la «Legge Fini» sulle tossicodipendenze.
Il problema pero’ è proprio questo: il Comune spiega a Liguria Nuova che «Non era possibile fare il convegno se non con grave rischio personale», mentre per fumare droga non c’è nessun problema, nè tantomeno rischio per nessuno, se non forse per la salute di chi decide di accendersi una «canna» e fare un tiro. E vai poi a spiegare quale puo’ essere il rischio personale di chi, invece, voleva organizzare un dibattito dal tema «La sicurezza della città e il contribuito della polizia municipale, la nuova normativa di autotutela per la difesa della persona e della proprietà».
Fatto sta che tutto nasce da una richiesta formale, formulata in data 6 febbraio, presentata dal gruppo politico che aveva invitato a partecipare al convegno di Tursi anche il ministro della Giustizia Castelli: «Dopo una serie di comunicazioni - spiegano i consiglieri Castellaneta, Benzi e Pratolongo - in cui venivano manifestate perplessità per l’utilizzo del locale, abbiamo contattato direttamente il Segretario Generale. Poi per non esporci abbiamo cercato un’altra sala fino a quando abbiamo saputo che il 9 marzo la sala in questione (richiesta da un altro gruppo politico) ha ospitato il prete che infrangendo ogni etica di rispetto per la città si è permesso di fumare uno spinello davanti al folto pubblico, quasi a dimostrare il menefreghismo per la normativa sulla droga». Ora Liguria Nuova chiede che venga applicato l’articolo 331 del codice di procedura penale con «la denuncia da parte di pubblici uffici e incaricati di un pubblico servizio». Di parere decisamente opposto il capogruppo di Liguria Nuova, Marco Fallabrini che invece da buon seprato in casa, dopo la spaccatura alle prossime elezioni politiche, ha invece intenzione di «esprimere solidarietà in consiglio provinciale a Don Andrea Gallo sull’iniziativa di disobbedienza civile attuata per attirare l’attenzione sugli effetti devastanti che le nuove norme introdotto dalla Legge Fini avranno sulle condizioni dei giovani con problemi di tossicodipendenze».
Ma la protesta non si placa, anche se Don Gallo, il giorno dopo «il fattaccio» ha parlato di semplice provocazione, contro una legge definita ingiusta: «Sono incensurato, non corro rischi, ma è più grave varare una legge che porta indietro nel tempo con il tossico che torna ad essere sanzionato». Intanto, e questo è indubbio, «il calumet della pace» ha fatto il giro d’Italia, facendo parlare molto più del convegno sulla sicurezza a Genova. Un fumo di polemiche che non sembra svanire. Anche i consiglieri di Forza Italia Matteo Rosso e Giuseppe Cecconi proporranno un’interpellanza al sindaco proprio in merito alla concessione del salone di rappresentanza di Tursi per la presentazione «Il cantico dei drogati».
Alla fine, quindi, la morale è solo una: fumare spinelli è considerato più sicuro di un convegno sulla sicurezza.
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