da Padova
Ma guarda, in questo tempo pigro e gramo, se c'è qualcuno che le sappia scegliere, si possono fare ancora compagnie eccellenti d'opera. Almeno in Mozart. Prova, questo Don Giovanni di Padova, in cui sono tutti giovani professionisti e tutti cantano bene, con proprietà, con intonazione, talora con fantasia. Sono Simone Alberghini, Don Giovanni che dà il meglio nelle parti più liriche come nella incantevole e misuratissima serenata sotto la finestra che non si aprirà; Svetozar Ranghelov, scuro Commendatore; Daria Masiero, una Donna Anna che ha il culmine nella perigliosa, dolente ultima aria; Andrea Concetti, disinvoltissimo Leporello; Paolo Battaglia, un Masetto lungo lungo, che sa essere ostinato e vulnerabile; Paola Cigna, una Zerlina di gran linea di canto; Adriana Damato, una Donna Elvira da grandi teatri, generosa e passionale ma nello stile preciso della partitura. E c'è anche una sorpresa: un ragazzo agli esordi, Paolo Fanale, voce, parola, gesto, pronti per diventare un grande interprete: in carenza di grandi maestri, gli affidiamo con mille raccomandazioni se stesso.
Tutti loro hanno avuto la fortuna d'ascoltare unorchestra linda ed equilibrata, molto attentamente diretta dal giovane Giampaolo Bisanti, che ha in mano ormai anche il palcoscenico, e non è mai incerto, né inerte, né banale, e gode molto Mozart.
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