Ricurve, velate, sorridenti, sofferenti. Sono le stesse in ogni parte del mondo. Si muovono nel cono d'ombra che sta tra le guerre e la fame, cercando di tenersi a distanza di sicurezza. A loro è spesso preclusa l'istruzione e assicurato il lavoro più duro. Sono le donne invisibili immortalate dall'obiettivo di Sheila McKinnon, affermata fotoreporter di origine canadese, ma da tempo residente in Italia, della quale lo Shenker Culture Club di via Nirone 2 ospita da ieri una mostra commovente dal titolo Invisible women. La rassegna, aperta fino al 24 marzo con ingresso libero e già proposta lo scorso anno in altre città italiane (Bologna, Roma, Firenze), è concepita come un'indagine non invasiva nella quotidianità femminile in Congo, Nepal, India, Etiopia, Yemen, Turchia, Mali, Kenya, Vietnam, Eritrea, Sierra Leone, Senegal e altri paesi. L'autrice ha documentato la condizione della donna in tutti i continenti, nel corso di moltissimi viaggi intrapresi per diverse organizzazioni umanitarie (ha lavorato per l'Unicef, per la Fao, per la comunità di Sant'Egidio, per Africare). I suoi scatti coloratissimi, quasi materici, di notevole effetto perché stampati su grandi pannelli, non trasmettono tristezza o angoscia, ma apertura verso altri popoli. Ogni inquadratura è un'emozione racchiusa in uno sguardo, nella dignità di un gesto, nella bellezza di un volto. Le donne di Sheila McKinnon colpiscono chi osserva per la fierezza e per l'energia positiva che trasmettono facendosi riprendere dall'autrice. Si osservano gambe scalze, abiti semplici, mani nodose che accudiscono bimbi infagottati o anziani bisognosi. E ancora schiene piegate dal peso della legna, dei secchi d'acqua, dei mattoni che trasportano. L'artista canadese vuole dirci che nel sud del mondo il sesso debole è ancora più debole e più povero e più a rischio. Lì le donne lavorano, e parecchio. Sono le principali responsabili della produzione nelle zone rurali, conservano e preparano il cibo, lo reperiscono coprendo immense distanze a piedi, riparano la casa o le reti da pesca, in poche parole si occupano di tutte le mansioni umili che i loro uomini non vogliono più seguire. Sono ragazze invisibili che si illuminano della loro stessa semplice eleganza, che campano della speranza di poter migliorare le condizioni sociali in cui vivono, diventando un giorno finalmente visibili, trasformandosi in emblemi per tutte le persone sottratte all'emarginazione e allo sfruttamento, finalmente libere di vivere collocate nel posto che meritano in mezzo al mondo.
Il ricavato della vendita del catalogo, edito da Shenker Publishing, 48 pagine con le immagini esposte corredate da testi critici, poesie, aforismi, sarà devoluto a Aidos, l'Associazione italiana donne per lo sviluppo.Invisible women orari d'apertura: 10-19.30; sabato 10-12.30; chiuso domenica. Per ulteriori informazioni, tel. 02.80581057.
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