Il dottor Armani dà lezioni di design

Lo stilista in toga: «I miei maestri? Gropius e Munari»

«Nella mia vita sono stato tenace e fortunato. Non mi sono mai ritenuto un artista, un genio o un illuminato da Dio. Ho sempre pensato che la moda dovesse essere qualcosa di utile e che il massimo della creatività fosse la portabilità. Se noi non produciamo abiti ragionevolmente portabili siamo come quei design come posa-ceneri che però non possono contenere la cenere. L’inutilità è la condanna a morte della moda come industria». Completo di tocco e di toga, nonchè di una cravatta «sociale» con i colori del Politecnico indossati per l’occasione, Giorgio Armani è stato ieri insignito della Laurea honoris causa in Disegno Industriale. Dopo un saluto del Rettore Giulio Ballio e la laudatio della professoressa Paola Bertola è stata la volta dello stilista piacentino tenere la sua lectio magistralis nell’Aula De Carli di fronte a una marea di studenti. «Walter Gropius mi ha insegnato la disciplina della progettazione vissuta come una vera e propria regia se si pensa al mio campo specifico: dalla moda agli accessori ai mobili fino al futuro Teatro Armani.

Da Bruno Munari invece ho imparato l’arte della «sottrazione», della semplificazione e del rigore. Ma al di là di questi due nomi fondamentalmente io resto un artigiano che ha cercato di imparare su basi più istintuali. (...)

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