È lo sci che fa tendenza. Un po' anarchico, verace, il più inebriante dei vari stili lanciati fino ad ora. Appassiona perché è free, molto free. È lo sci freeride, appunto, il fuoripista che si pratica rigorosamente lontano dai circuiti classici. Richiede sci larghi, nel gergo «palettoni», poiché consentono di galleggiare in neve fresca. Un tempo bandito, almeno in Italia, perché veniva abbinato a valanghe e pericoli vari, oggi è praticato anche da chi è sprovvisto di tecnica appropriata, conoscenza della montagna e talvolta d'attrezzature cioè arva e pala. Ogni comprensorio, chi più chi meno, si presta a questo tipo di declinazione dello sci classico. Quanto all'Italia, Alagna batte tutti, Courmayeur offre qualche spunto. E pure Tonale Adamelliski: un'arena di piste alle spalle delle quali si stendono interessanti versanti e canali.
La mecca del freeride, specie di lusso, si trova però fuori Italia. A Verbier, in Svizzera, e St. Anton, nell'Austria occidentale. Entrambi i comprensori godono di un gioco di versanti variegato, sono estesi, soggetti a frequenti precipitazioni nevose, soprattutto quest'anno. St Anton ha poi una tradizione lunghissima: qui, nel 1920, è nata la prima scuola di sci al mondo ed oggi conta 250 maestri. Entrambe le località sono mete di vip e pure di gioventù internazionale che qui approda, si cerca un lavoretto con l'obiettivo di ritagliarsi qualche mezza giornata per la neve fresca. St.Anton è una località di classe, ci vanno i reali d'Inghilterra (anche se Henry, lo scorso capodanno, era a Verbier), artisti (Peter Gabriel, José Carreras, pare anche Sting), politici (Putin), sportivi (Niki Lauda, Boris Becker, Roger Federer). Pur in tempi di crisi, qui si continua a investire. Si aggiungono impianti d'ultima generazione, come la cabinovia Galzibahn: un prodigio di ingegneria e design. Stanno sorgendo altri hotel che il piano edilizio comunale vuole da 4 stelle in su.
L'ultimo nato, il Das Mooser, è direttamente sulla pista, un mix di legni antichi e trovate high-tech. E soprattutto incamera l'icona del doposci di St Anton, il leggendario MooserWirt: afterski che riesce ad accogliere anche 2mila sciatori al giorno (in foto). Per abbeverare tutti, è stato creato un sistema di pompaggio di alcolici di ogni tipo dai sotterranei al livello del bar. Alle 20, quando il MooserWirt chiude, inizia lo spettacolo con la frotte di sciatori alcolicamente felici che in qualche modo si rimettono in pista per raggiungere il centro. Verbier ha un passato più recente, è un sistema di chalet deliziosi.
Ha pochi hotel, le celebrità vanno infatti in case private. Vip che hanno nome Leonardo DiCaprio, Al Pacino, Björk, Michael Schumacher, Kimi Raikkonen. Chi scia, si mimetizza perbene quando va in pista, ma per evitare problemi, Verbier offre pure il servizio di bodyguard. Michael Mason, per esempio, è maestro di sci specializzato in arti marziali, e di professione è bodyguard sulla neve.
Come sciano i vip? Meglio soprassedere sui più. Vanno a Verbier e St.
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