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"Fico moscio", "corrotti". Il campo folle in Campania

Tra il candidato grillino, De Luca e Mastella sono volati insulti. Ma oggi (e domani) al voto insieme

"Fico moscio", "corrotti". Il campo folle in Campania
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C'è stato un momento in cui diceva "Fico il moscio" e "Fico il Giuda". Ma anche "Fico il miracolato". Oppure frasi più articolate come "Fossi Fico, parafrasando Elio e le Storie tese". Adesso, tuttavia, "Fico è Figo" e non soltanto per il suo acerrimo nemico Vincenzo De Luca (gli epiteti infatti sono del governatore uscente), ma anche per il Partito Democratico di Elly Schlein, per Clemente Mastella.

La colonna sonora del campo largo in Campania suona le note di Scurdammece 'o passato. E che passato. Quello in cui lo Sceriffo, parlando del trio grillino Di Battista, Di Maio e Fico, si augurava senza mezze misure e senza fare gli scongiuri: "Che vi possano ammazzare tutti quanti". Cornetti rossi e toccar ferro. Uè. "Falsi come Giuda, però in pubblico baci e abbracci", tuonava il ras di Salerno. "Fico la mezza pippa", "Fico il moscio", "Fico il miracolato". Sempre per citare gli epiteti coniati da De Luca.

Fico, quello che "ha sfruttato l'onda grillina", quello pericoloso a tal punto che "la cosa davvero drammatica è immaginare che questo soggetto possa avere in mano l'Italia". O la Regione Campania, appunto.

Profezie e scaramanzie. Sceneggiate e realtà. Il divisa istituzionale di presidente della Camera non ha mitigato l'onda di improperi nei confronti del pentastellato che arrivava in Parlamento con l'autobus salvo poi scoprire l'ebbrezza dell'auto blu.

Nel 2018 Clemente Mastella, anch'egli oggi suo alleato, lo attaccava per la doppia morale sul taglio dei costi della politica. "Vergogna caro foglia di Fico, vi siete scoperti: due pesi e due misure". Il Pd lo seguiva a ruota. "Quando qualcuno ci offende, lei ha il compito di fermarlo. Lei permette che il M5S ci insulti senza dire nulla dicendo che siamo dei truffatori", tuonava Emanuele Fiano, "Lei è la terza carica dello Stato. Lei così inficia il suo mandato, inficia la sua imparzialità non intervenendo mai a censurare i colleghi del gruppo da cui proviene".

Un anno dopo, febbraio 2019, il deputato pentastellato Giuseppe D'Ambrosio mimava il gesto delle manette rivolgendosi a un esponente del Partito democratico. I deputati dem, in segno di protesta, lasciavano l'Aula. E "Fico il moscio", "Fico il Giuda", "Fico il fazioso" commentava con un "arriverderci", a cui sarebbero poi seguite delle scuse: "È stato un mio errore". Fossi Figo, ma sono Fico. Ovvero "la più bella promessa di rinnovamento per questa regione", Schlein dixit. E fa niente se il partito di cui lei è leader per "Fico il Moscio", "Fico il Giuda", "Fico il fazioso" fino a pochi anni fa era "il pericolo pubblico numero uno del Paese", composto da "delinquenti", "devastato da indagini e da condanne" e che "non vuole combattere la Camorra".

E fa niente se per "Fico il Moscio", "Fico il Giuda" e "Fico il fazioso", De Luca era uno "da mandare definitivamente a casa", a capo di una "famiglia patriarcale", il cui "figlio è coinvolto in un sistema corruttivo che sembrava così bene organizzato con le tangenti al 15% per smaltire le ecoballe che poi sono il grande cavallo di battaglia di De Luca" perché "è chiaro che non si possa muovere una foglia che De Luca non sappia" e quindi "chi è corrotto deve andarsene via dalla Regione Campania e questo sistema De Luca spero che finisca il prima possibile". Fa niente, appunto.

Scurdammece 'o passato. 72: 'A maraviglia, per la Smorfia. Lo stupore. "Nessun problema sulla giunta: Mastella e De Luca hanno capito cosa voglio", assicura Fico. Ma Ccà nisciuno è fesso. E da oggi, fino a domani, si vota.

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