Dove il tempo è una miniera d’oro

L’industria dell’orologeria continua rivelarsi una miniera d’oro per la Confederazione Elvetica. I dati realtivi alle esportazioni dello scorso anno, infatti, mettono in evidenza una crescita in valore del 12 per cento, mentre in quantità l’incremento è molto più contenuto: 2%. A partire dal 2000 gli anni sono stati economicamente molto positivi, unica eccezione il 2003 cona perdita, in valore, intorno al 4,5 per cento. Quanto ai prodotti, il mercato è stato diviso in quattro segmenti: quello economico (con una fascia di prezzo fino a 400 euro); quello medio (da 400 a 1.000); quello alto di gamma (da 1.000 a 6.000 euro) e quello cosiddetto Prestige, che parte da quota seimila e non ha quasi limiti. Ebbene è stata proprio quest’ultima fascia a crescere di più, con un incremento del 35 per cento in quantità e del 27 in valore. Seguono il settore medio, con rispettivamente, un più 3 e un più 4 e quello economico (più 2 in quantità e zero in valore), mentre il segmento medio ha fatto registrare un calo del 7 per cento in quantità e dell’8 in valore.
Tra i metalli per le casse e i bracciali il più ambito è stato l’oro, le cui vendite, in valore, sono salite del 18 per cento (+ 5 in quantità), seguito dall’acciaio e dai modelli in plastica, con in lieve flessione quelli in oro e acciaio.
Tra i mercati d’esportazione primeggia l’Europa con un più 13 per cento (in valore), tallonata da vicino dall’Asia e dall’Emerica. Da notare poi che mentre in Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania sono cresciute, accanto ai valori, anche le quantità, in Italia a fronte di una crescita del 6 per cento in valore si è registrata una perdita in quantità del 13 per cento, confermando una tendenza in atto dal 2004. Sempre nel nostro Paese, il segmento che è cresciuto moltissimo sia in quantità (+79 per cento) sia in valore (+ 41) è il prestige, mentre sia l’alto di gamma, sia l’economico sono regrediti. Una tendenza che è proseguita nei primi tre mesi di quest’anno, con un meno 5 in quantità a fronte di un più 20 per cento in valore.

Ma questo non significa che continuiamo ad acquistare orologi di grande pregio: molti dei pezzi, infatti, sono solo in transito con, probabilmente, destinazione finale Oriente.

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