Draghi: no alla crescita «drogata»

Il ministro Padoa-Schioppa cautamente ottimista: la ripresa c’è ma stiamo perdendo quote di mercato, bisogna accelerare

Draghi: no alla crescita «drogata»

da Milano

Il ministro dell’Economia e il governatore di Bankitalia lasciano il G7 di Essen manifestando un cauto ottimismo sul futuro dell’economia italiana, che pure nel 2007 come nel 2006 dovrebbe crescere più delle aspettative. Anche se Mario Draghi mette in guardia da una «crescita drogata», che comporta il rischio di un nuovo balzo dell’inflazione nei prossimi mesi.
Se il governatore sembra frenare, il ministro Tommaso Padoa-Schioppa accelera: «Non bisogna avere paura di crescere al di sopra del proprio potenziale». E conferma: «Anche in Italia la ripresa c’è. La vera sfida è quella di trasformarla in crescita». Anche perché - avverte - «stiamo ancora perdendo quote di mercato».
L’analisi di Draghi in effetti è simile, ma con tutte le preoccupazioni di un banchiere centrale, che deve fare i conti con i rischi di un’inflazione che - avverte - potrebbe rialzare la testa già dai prossimi mesi. Quindi, è vero che «da una situazione di alto debito si esce con il bilancio in pareggio, ma anche con una crescita sostenuta». E il potenziale di crescita sale se si fanno le necessarie riforme strutturali e si apre di più il mercato alla concorrenza. «La crescita mondiale - conferma il governatore di Bankitalia - continua ed è molto equilibrata. E la situazione finanziaria mostra una liquidità straordinaria».
Dunque, «non ci sono preoccupazioni pressanti», ma ci sono «fattori di rischio» che vanno individuati e valutati attentamente. Oggi infatti - ha spiegato Draghi - l’inflazione in Europa, come in Italia, è al di sotto del 2%: «Ma esistono seri rischi che, se non affrontati, porteranno l’inflazione a crescere nuovamente». Tra questi, oltre a quelli legati al prezzo del petrolio e a un livello di credito eccessivo, anche il fatto che la crescita economica sia «pompata».
Anche Padoa-Schioppa pensa che «solo crescendo a livelli del tasso potenziale, e per più anni, il potenziale stesso può aumentare», ma la strada da fare è ancora lunga e costellata di impegni da realizzare e di ostacoli. «La crescita in Europa continua a essere forte - è l’analisi di Padoa-Schioppa - e speriamo che sia il frutto dell’investimento fatto con le riforme negli ultimi dieci anni. Anche in Italia c’è una ripresa, e c’è il problema di capire quanto sia ciclica e quanto sia il frutto positivo dei cambiamenti strutturali decisi negli anni passati».
Capitolo tasse. Il ministro dell’Economia ha ribadito la sua posizione: «Una parte delle maggiori entrate saranno utilizzate senz’altro per ridurre le aliquote fiscali». Del resto, ha ripetuto, questa indicazione «c’è nella stessa Finanziaria». Anche se le maggiori entrate, ha precisato, «devono ancora essere confermate e valutate».
Intanto, nessuna decisione è stata presa dal G7 in merito alla regolamentazione degli hedge funds: solo un appello alla vigilanza, «considerata la grossa crescita dei fondi speculativi e degli strumenti trattati» si legge nel comunicato finale . E a sorpresa, lo yuan prende il posto dello yen come moneta su cui agire per ridurre gli squilibri economici della bilancia commerciale fra Paesi Asiatici e occidentali. «Confermiamo che i tassi di cambio devono riflettere i fondamentali dell’economia».

In particolar modo, «nelle economie in via di sviluppo, con ampi e crescenti surplus di bilancia commerciale, come la Cina, è desiderabile che i loro tassi di cambio effettivi si adeguino per far sì che si verifichino i necessari aggiustamenti».

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