da Barcellona
Il modello-pilastro della Ducati, che ancora nel 2007 è stato prodotto in circa 15mila unità, continua a essere il Monster: sebbene passato per tutta una serie di step evolutivi è sempre rimasto, nella sostanza, quello che aveva esordito al Salone di Colonia del 1992. E, nel mondo della moto, Harley-Davidson a parte, sedici anni sono non una, ma tre vite. Questo spiega quale fosse la forza dellimmagine Monster presso il pubblico e quanto, di conseguenza, fosse arduo il compito che, una volta resosi non più procrastinabile il varo del progetto di un «nuovo Monster», attendeva il team tecnico bolognese.
Il nuovo Monster ha esordito al Salone di Milano dello scorso novembre, totalmente nuovo, ma anche totalmente Monster. Ed è stato un successo istantaneo. E la prova sulle superstrade e sulle strade di montagna attorno a Barcellona ha confermato totalmente che, sotto quello stile ancora più grintoso del precedente, ci sono un progetto ingegneristico e, soprattutto, un «progetto motociclistico» di enorme competenza. Il nuovo Monster esordisce nella cilindrata «di ingresso» di 696 cc, la stessa delledizione precedente, ma tanto raffinata da vantare una potenza incrementata di 7 cavalli, a 80 complessivi, e una coppia massima salita da 6,2 a 7 kgm, balzi molto rilevanti per il classico bicilindrico Ducati con raffreddamento ad aria e induzione a due valvole per cilindro. Questo propulsore è inserito in un telaio solidamente strutturato, ma anche molto elegante nella combinazione della struttura anteriore, in tubi di acciaio di robusto diametro, e di quella posteriore, in elementi fusi in alluminio.
Il design di ogni singolo componente meccanico, forcellone posteriore incluso, è molto curato ed elegante e, soprattutto, è perfettamente integrato in ogni suo elemento. Il progetto stilistico è grintoso nel profilo del gruppo serbatoio-sella e il risultato globale è elegante e ancora più esclusivo di quello del Monster precedente. Ma è la qualità esecutiva che conferisce al nuovo Monster una classe quale non si era ancora vista in Ducati.
Su strada, questa moto mantiene tutte le promesse del suo look grintoso. Il motore è splendido: elastico e vigoroso ai regimi inferiori, ha anche la capacità di allungare come una furia fino a oltre 10mila giri. I 210 orari sono agevolmente superabili e, a soli 161 chilogrammi di peso a secco, Monster 696 traduce lesuberanza del suo generoso propulsore in formidabili doti di accelerazione e ripresa. Ma sono le qualità del telaio a esaltare il potenziale prestazionale. È agile, molto preciso e neutro nella risposta allo sterzo, stabile e con una magnifica tenuta in «piega».
La motricità è perfetta ed è possibile accelerare appieno fuori dalle curve, a molto ancora in piena «piega», in sicurezza.
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