La duchessa di Galliera fra tormenti e passioni

La duchessa di Galliera fra tormenti e passioni

L’avevamo lasciata giallista raffinata, con il suo «Il cielo è bianco» (edizioni Demian), opera prima che, per atmosfere, strizza l’occhio alla letteratura scandinava contemporanea. La ritroviamo autrice di un grande romanzo storico, con un tema che colma quello che fino a ieri poteva essere considerato un vuoto nel panorama genovese. Non che sorprenda la bravura di Marcella Mascarino, che ha deciso di dedicarsi alla scrittura dopo una vita nel mondo dell’insegnamento. Ma certamente «La Duchessa di Galliera. Maria Brignole Sale De Ferrari» (Edizioni Liberodiscrivere.it) è un’opera di grande rilievo per lo studio accurato di documenti storici che la sostiene, raccontando la figura affascinante e a tratti dolorosa di una donna genovese straordinaria vissuta nell’Ottocento e che tanto ci ha lasciato. E leggerlo è un modo piacevolissimo di imparare molto della storia che ci appartiene.
Il romanzo, vivo e appassionato, racconta la vita dell’epoca tra Genova e Parigi, nell’intreccio con l’esistenza di Marinetta, come la chiamavano in famiglia, dall’amore per un marito a tratti distratto, Raffaele De Ferrari (a lui è dedicata la nostra piazza centrale), alla perdita di due figli, alle «fughe» verso le corti europee.
Nel volume si trovano le trascrizioni delle lettere private tra marito e moglie, le tensioni amorose, le aspettative. Genova risplende nella vividezza del racconto, che fa immergere il lettore negli usi di un tempo poi forse nemmeno così tanto lontano. La prefazione del libro è firmata da Raffaella Ponte, direttrice dell’Archivio Storico del Comune di Genova del Museo del Risorgimento, Istituto Mazziniano che scrive come «a distanza di ormai più di una ventennio delle iniziative promosse dal Comune di Genova tese a valorizzare le figure dei Duchi di Galliera, Raffaele De Ferrari e Maria Brignole Sale - in occasione del centenario della morte di quest’ultima, Genova si appresta ora a celebrare un altro anniversario, quello del bicentenario della nascita di colei alla quale la nostra città deve il nucleo fondamentale delle sue raccolte d’arte». Basti pensare che nel 1874 venne ceduto al Comune di Genova Palazzo Rosso con la quadreria, gli arredi e la biblioteca. All’indomani della morte delle nobildonna, avvenuta a Parigi il 9 dicembre 1988, venne ceduto Palazzo Bianco, con un lascito che comprendeva «Venere e Marte» di Rubens, «Il Cristo della Moneta» di Van Dyck, la Maddalena di Canova, capolavori che i duchi avevano acquistato sul mercato internazionale. La coppia voleva infatti che Genova avesse una quadreria pubblica, per colmare un vuoto che la differenziava da altre città italiane all’indomani dell’Unità d’Italia. Inoltre nel 1927, quando ebbe termine la tormentata vicenda dell’eredità dell’unico figlio rimasto alla coppia (i primi due morirono bambini) il Comune venne in possesso degli archivi dei documenti delle due famiglie Brignole Sale e De Ferrari, con quattro secoli di storia. E come ben spiega Raffaella Ponte «proprio dallo studio attento di questa preziosa e ricca documentazione è nato il romanzo di Marcella Mascarino, dedicato a raccontare le vicende personali delle discendente di una delle più importanti famiglie dell’aristocrazia genovese, vissuta tra Genova e l’Europa.

Il racconto - che segue gli avvenimenti che attraversano la vita matrimoniale dei due protagonisti - intreccia in uno stretto legame momenti intimi e avvenimenti pubblici attività finanziarie e iniziative filantropiche di una coppia che ha incarnato uno degli ultimi esempi di genovesi proiettati in prima persona nelle vicende storiche e politiche dell’Europa contemporanea, sullo sfondo degli anni della Restaurazione e delle aspirazioni nazionali».
Una lettura di estrema piacevolezza, per conoscere meglio Genova e amarla di più.
«La duchessa di Galliera», di Marcella Mascarino, Liberodiscrivere Edizioni, 371 pagine, 24 euro.

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