Via le roulotte, via le baracche, via tutti gli abusivi. Con questa promessa, lo scorso 29 maggio, i vigili erano entrati nel campo di via Dudovich, un lembo di terra recintato con transenne di plastica arancione a ridosso del parco del Ticinello. Obiettivo: sgomberare linsediamento nel quale da anni vivono circa duecento nomadi. E che dai cittadini del quartiere Gratosoglio, periferia Sud di Milano, viene considerato una vera e propria piaga. Missione fallita, a quanto pare. Una settimana dopo il blitz che avrebbe dovuto liberare definitivamente larea, gli zingari sono ancora lì. Meno che in passato, ma comunque pronti a difendere le loro baracche. Anche queste sono ancora al loro posto, circondate da cumuli enormi di spazzatura.
A una prima occhiata distratta laccampamento sembra disabitato. Le capanne fatiscenti, nascoste fra vegetazione e immondizia, appaiono vuote. Ma è sufficiente avvicinarsi di qualche metro alla baraccopoli per scatenare lira degli occupanti. Alla spicciolata escono dalle loro baracche. Armati di sassi cercano di scacciare i visitatori. Di svelare la loro presenza, che cercano di mantenere nascosta per evitare altri sgomberi, non hanno proprio voglia. Ma è evidente che nel campo la vita prosegue, nonostante lincursione dei vigili.
Il campo di via Dudovich è abitato da rom di origine romena. Fino a pochi mesi fa era occupato da circa 200 persone - fra loro moltissimi bambini - che vivevano circondati dai rifiuti. In condizioni igienico-sanitarie definite «disastrose» dalle stesse forze dellordine. Allinizio di maggio era arrivata la promessa: «Il campo di via Dudovich sarà sgomberato». Risultato: il 6 dello stesso mese venti poliziotti entrano nel campo alle prime luci dellalba. Alcuni rom cominciano a fare fagotto e a cercare sistemazioni alternative in altri campi più vicini alla città. Pochi giorni dopo, il 9 maggio, un altro blitz della polizia municipale permette di cancellare un insediamento abusivo al confine con il campo di via Dudovich: dieci rom vengono cacciati, 11 baracche sono abbattute dal Nucleo di intervento rapido.
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