Nel settore artistico genovese animato da autori che non hanno frequentato scuole d'arte ma da sempre esprimono il loro pensiero, le proprie emozioni con la pittura avviene l'incontro tra Augusto Casarino e Daniela Vercelli. Pittori con due stili differenti in tutto e per tutto, si incontrano in quella che dovrebbe essere una tranquilla cena in cui si chiacchiera di arte.
Augusto Casarino dipinge un mondo al femminile fatto di donne che tacitamente svelano il loro intimo, donne messe a nudo su sfondi onirici; Daniela Vercelli si ispira ad un mondo fatto di intrecci, il più delle volte delle sorta di giungla che lei considera essere un mondo complicato e nello stesso tempo semplice in cui far comparire improvvisamente qualcosa o qualcuno. Fortemente diversi come artisti, i due pittori giungono ad un sodalizio creativo: unire i due stili in un'unica tela che alla fine diventi comunque omogenea nella propria espressione artistica. Prende così forma «L'incantesimo di Gilberto Spago» dove si uniscono gli stili e le emozioni di due pittori che in questa collaborazione artistica hanno espresso in piena libertà i propri sentimenti, i propri colori.
Firmato da entrambi, imprimendo i pollici delle mani nel colore e siglando questo sodalizio artistico, i due artisti non sentono competizione fra loro, anzi si fanno portatori di una collaborazione non solo pittorica ma anche intellettuale che lascia spazio ad entrambi pur unendoli in uno stesso progetto. Gilberto Spago è l'entità che li ha uniti ed ha reso possibile l'incantesimo.
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