Due parole schiette sul dialogo con i rom

Prima che sia imposta dall’alto la censura preventiva sugli articoli riguardanti i nomadi, è bene approfittarne per approfondire l’argomento che, a nostro giudizio, ha avuto un peso determinante nel risultato elettorale delle amministrative a Roma. Laura Boldrini, rappresentante dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, dopo aver rivolto pesanti accuse agli organi di stampa, «colpevoli insieme con le istituzioni di aver generato un grande equivoco», ha annunciato la prossima diffusione della Carta di Roma, stilata da Onu, Fnsi e Ordine dei giornalisti per fornire linee guida a chi si trova a scrivere di questi temi. Gli stessi argomenti già usati da Veltroni e Violante per cercare di imporre regole preventive sulla comunicazione in materia di sicurezza. Nei giorni scorsi il sindaco Alemanno ha visitato a sorpresa il campo rom Casilino 900 confrontandosi con i rappresentanti dei nomadi. «Non è l’uomo nero che volevano farci credere» ha detto il portavoce del campo riferendosi al primo cittadino. Il dialogo, insomma, è avviato. E poco importa notare che fino a due mesi fa nessuno auspicava il confronto. Ieri l’Opera Nomadi ha riunito i suoi rappresentanti in Campidoglio per chiedere un incontro al sindaco. Nel giro di due ore la loro richiesta è stata prontamente accolta da Alemanno. In vista dell’incontro, i rom hanno fatto sapere che «vogliono vivere in casa e non nei campi nomadi». «Non siamo venuti in Italia per arricchirci - ha detto una donna - ma per garantire un futuro ai nostri figli». Tutte richieste legittime e, per certi versi, condivisibili. Ma forse i romani che hanno votato per Alemanno vorrebbero anche che qualcuno facesse capire ai nomadi che assieme ai diritti ci sono anche i doveri.

Prima di pretendere che il Comune assegni loro una casa (visto che migliaia di cittadini sono da anni in lista d’attesa) i rom dovrebbero dimostrare di accettare le regole minime sulle quali si basa la civile convivenza. Purtroppo molti di loro - lo ammettono essi stessi - vivono di furti, di espedienti, di accattonaggio, di sfruttamento di minori e donne. O la Carta di Roma ci proibirà di ricordarlo?

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