Roma

Due ville romane nei sotterranei della Provincia

Pier Francesco Borgia

Quando è stato eletto alla guida della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra ha avuto un bel daffare per dare agli amici che si congratulavano con lui le prime indicazioni topografiche di Palazzo Valentini. «Per tutti era semplicemente il palazzo di fronte al Museo delle cere - racconta Gasbarra -. Oggi però abbiamo finalmente trovato qualcosa che dà un lustro tale a questo luogo tanto da farlo in breve divenire una pietra miliare del turismo archeologico romano».
Il presidente della Provincia si riferisce alla sorprendente scoperta archeologica che è stata illustrata ieri alla stampa alla presenza del ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli. Dopo un anno di scavi, i sotterranei di Palazzo Valentini hanno rilasciato tesori inaspettati: locali di edifici del III secolo dopo Cristo a carattere residenziale di lusso, a più piani, con pavimenti rivestiti da mosaici di complessa tessitura e pareti decorate prima da affreschi, poi da opus sectile; due sculture acefale di grandi dimensioni e di elevata qualità artistica dello stesso periodo, che rappresentano due togati, da mettere in relazione con il vicino Foro di Traiano; importanti testimonianze di epoche successive e fino alla costruzione di palazzo Bonelli (il nome di palazzo Valentini fino al 1827) sia a livello di strutture murarie che di tracciati stradali, oltre alla presenza di numerosi reperti ceramici.
Visto lo straordinario valore archeologico dei ritrovamenti Rutelli ha promesso il sostegno del suo ministero: i lavori proseguano al fine di evidenziare il rapporto con il Foro di Traiano e con i grandi monumenti dell’area. Non esclusa dai diretti interessati la possibilità di collegare questi scavi all’area del Foro. È in sostanza l’intramontabile sogno di pedonalizzare l’area che l’ex sindaco coltiva dai tempi in cui sedeva nello scranno più alto dell’aula Giulio Cesare.
L’indagine archeologica, condotta sotto la direzione scientifica del sovrintendente Eugenio La Rocca e costata fino ad oggi un milione di euro, ha dato risultati di eccezionale rilevanza, soprattutto per l’importanza rivestita in età romana dell’area, vicina al Foro di Traiano, in particolare al porticato delle Colonne ed alla Biblioteca.
E pensare che negli anni più recenti - come hanno spiegato gli archeologi impegnati nei lavori - i sotterranei dove sono in corso gli scavi sono stati utilizzati come «archivio morto», veri e propri depositi dove erano completamente abbandonati documenti dell’amministrazione, mobilio e vecchi scaffali. Per dare il via ai lavori è stato necessario rimuovere con più di 200 camion circa 1.250 quintali di materiale.
Adesso sarà necessario investire nuovi fondi per il restauro dei sotterranei e per allestire una sorta di percorso archeologico per i visitatori.

Gasbarra ha comunque annunciato che già in autunno questo tesoro ritrovato sarà in qualche modo ammirabile dal pubblico.

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