A Gaza, ragazzi e ragazze dagli 10 ai 16 anni hanno scoperto il surf un paio di anni fa. Questanno, nonostante i pericoli, in moltissimi ci riprovano. Cinque settimane di puro divertimento. Possibilmente lontani dagli attentati che hanno turbato lo svago dei campi estivi anche questa stagione: il 28 luglio, quando un commando di dieci persone ha danneggiato un campo delle Nazioni unite bruciando le bandiera dellOnu.
Nonostante linstabilità della regione, i ragazzi della Striscia sono infatti tornati a cavalcare le onde del Mediterraneo più rischioso. Fanno a gara a chi resiste più tempo su tavole di plastica. Molti, questanno, si sono spostati a sud, allaltezza di Khan Yunis. Dove il mare è più pulito rispetto a Gaza e le spiagge sono diventate praticabili grazie anche alla Croce rossa italiana, che ha trasformato in uno stabilimento attrezzato un semplice cantiere aperto a maggio dai palestinesi. Così una piscina naturale fatta di scogli è diventata il punto di riferimento per centinaia di loro. Le prime associazioni di surfisti nella Striscia sono nate circa tre anni fa, come il Gaza Surf Club, e oggi si contano almeno una decina di movimenti. Tra loro moltissime ragazze. Un messaggio di libertà raccolto gioco-forza dalle autorità di Hamas, che a maggio ha autorizzato i lavori in unarea semideserta allaltezza di Khan Yunis: considerata «protetta» per la presenza di reperti archeologici romani è stata trasformata in unoasi turistica dalla Croce rossa italiana in un paio di mesi.
«Lo spazio non è grande - spiega Gian Marco Onorato, capo delegazione in Medio oriente - Abbiamo piazzato una vecchia tenda che non ci serviva più, tanto per poter restare allombra e organizzare i giochi. I nostri partner della Mezzaluna rossa stanno ultimando i lavori». Il coordinatore e direttore del programma sociale a Gaza è uno psicologo. Non a caso. I bambini, infatti, sono andati in spiaggia per la prima volta solo quando i coloni israeliani hanno lasciato la Striscia nel 2005. Migliaia di palestinesi non hanno visto le onde per anni. Larea a sud di Gaza City è diventata per loro un piccolo angolo di paradiso. Lacqua è limpida e il confine israeliano è meno vicino.
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