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E Bush ricorda l’11 settembre: "Ordinai di abbattere quegli aerei"

Nella sua nuova autobiografia, "Decision Points", George W. Bush parla di tutto ciò che molti considerano «gli errori» del 43esimo presidente degli Stati Uniti. Il libro comincia con una domanda della moglie, Laura: «Sei in grado di ricordarti l’ultimo giorno in cui non hai bevuto?»

E Bush ricorda l’11 settembre: "Ordinai di abbattere quegli aerei"

Washington Un libro scritto con la mente agli storici e il cuore in mano. Nella sua nuova autobiografia, "Decision Points", George W. Bush parla di tutto ciò che molti considerano «gli errori» del 43esimo presidente degli Stati Uniti. Il libro comincia con una domanda della moglie, Laura: «Sei in grado di ricordarti l’ultimo giorno in cui non hai bevuto?». La provocazione di una moglie innamorata ma anche stanca di vedere il marito ubriaco - come rivelato dal sito americano Drudgerport - è stata la molla che ha fatto scattare l’amor proprio di Bush facendogli abbandonare la bottiglia. Rendendosi conto d’essere al bivio e di dover scegliere fra l’essere un buon marito e padre di famiglia o un individuo più o meno sempre in stato di ebbrezza, il futuro presidente ha smesso di bere.
Questa decisione, ha rivelato Bush, nell’annunciare il libro che sarà sugli scaffali il prossimo 9 novembre, «mi ha aperto la strada della Casa Bianca».
Decision Points è l’analisi delle decisioni prese da Bush prima e dopo l’elezione che lo ha portato per otto anni alla Casa Bianca. Dai giorni dell’11 settembre 2001, alla brutta figura fatta nell’assistenza alle vittime dell’uragano Katrina, fino a Irak e Afghanistan e alla crisi economica che ha travolto l’America, l’ex presidente non perde occasione per sottolineare come la fede lo abbia sempre assistito. Drammatiche le pagine sugli attacchi dell’11 settembre: Bush ordinò alle forze armate di abbattere gli aerei dirottati da Al Qaida, e in un primo tempo era convinto che il volo UA93 fosse precipitato in Pennsylvania dopo essere stato intercettato con successo.
Nel capitolo in cui tenta di discolparsi dall’accusa d’aver affossato la ricerca sulle cellule staminali, Bush ricorda l’angosciosa lettera ricevuta da Nancy Reagan, in cui la donna illustrava lo stato di salute del marito. Poi prosegue ricordando l’incontro nel luglio 2001 con Papa Giovanni Paolo II, ormai distrutto dal morbo di Parkinson. Il Pontefice, scrive Bush, pur riconoscendo che la scienza poteva fare molto, mi ha implorato di non smettere mai di sostenere la vita in ogni sua forma.
Divertente l’incontro nel ranch in Texas con il saudita Abdullah. Il sovrano voleva andarsene prima dell’inizio dei colloqui perché l’Arabia Saudita non condivideva le posizioni della Casa Bianca sull’iniziativa di pace fra palestinesi e israeliani. La comparsa di un tacchino su una strada sterrata è stata interpretata da Abdullah come un segnale dell’onnipotente: proseguire i colloqui.
L’ex presidente, che da quando ha lasciato la Casa Bianca fa rarissime comparse in pubblico e non fa mai commenti sul suo successore, nelle prossime settimane si lancerà in un tour promozionale del libro che lo porterà nei salotti televisivi più importanti del Paese.

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