Tutti pronti a telefonare allagenzia Ansa per dichiarare il proprio cordoglio, magari sperando in una piccola vetrina mediatica. Eppure, quando si è trattato di andare in Parlamento per fare il punto sulla tragedia, quasi nessuno ha trovato il tempo per liberarsi dai tradizionali «precedenti impegni». Proprio così: del 630 deputati in carica, solo poco più di un centinaio ieri pomeriggio si sono presentati in aula per ascoltare la relazione del governo sullattentato di ieri mattina a Kabul.
Seduti sui banchi del governo il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Guardasigilli Angelino Alfano, il responsabile degli Affari regionali Raffaele Fitto, il viceministro Paolo Romani, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè e quello alla Difesa Guido Crosetto. Di fronte, una platea praticamente deserta, con in media un posto a sedere occupato ogni sei. Tra democratici e radicali erano in tutto una quarantina: tra i dirigenti il segretario Dario Franceschini e gli ex ministri della Difesa Massimo DAlema e Arturo Parisi. Una decina i deputati dellItalia dei Valori e altrettanti quelli dellUdc, compreso il leader Pier Ferdinando Casini. Molti assenti anche nelle fila del Popolo della Libertà: sui banchi del primo partito erano seduti una cinquantina di parlamentari. Facile, infine, il conteggio della pattuglia leghista: erano appena in quattro, compreso il capogruppo Roberto Cota.
Tutti gli altri evidentemente hanno ritenuto di aver di meglio da fare piuttosto che ascoltare in diretta linformativa del ministro della Difesa sulla tragedia di poche ore prima, costata la vita a sei militari in missione in Afghanistan per servire il nostro Paese.
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