Roma - «Se Visco si dimette farà un favore soprattutto a Prodi perché la nostra mozione ha concrete possibilità di incassare la maggioranza a Palazzo Madama». Il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, affila le armi in attesa del 6 giugno, quando verrà discussa la mozione presentata dalla Casa delle Libertà per chiedere al premier, Romano Prodi, il ritiro delle deleghe al viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco.
Mentre anche all’interno della maggioranza cresce l’insofferenza nei confronti del tentativo di sorvolare sull’intera vicenda, l’opposizione ha definito la mozione anti-Visco già firmata da tutti i presidenti dei gruppi del centrodestra Renato Schifani (Fi), Altero Matteoli (An); Francesco D’Onofrio (Udc), Roberto Castelli (Lega). E poi lo stesso Malan che ricorda come lui stesso abbia già depositato «il 26 luglio del 2006 una interrogazione parlamentare sulla questione». Nella mozione come annunciato si ripercorre la pubblicazione dei verbali con il racconto del generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, sulle pressioni che avrebbe subito dal viceministro per trasferire quattro alti ufficiali in servizio in Lombardia mentre indagavano sulla scalata alla Bnl da parte di Unipol. I senatori dell’opposizione evidenziano come il comportamento del viceministro denoti «il palese dispregio per le regole di rispetto delle competenze attribuite al Comandante generale della Guardia di Finanza, comportamento altresì evidentemente inteso a porre il Corpo in posizione di soggezione politica alle direttive indebite del viceministro ». L’opposizione insiste: nella condotta di Visco si evidenzia «dispregio persino riguardo alle norme del diritto del lavoro» senza contare «il nocumento arrecato al Corpo della Guardia di Finanza ». Di fronte alle richieste di chiarimento il viceministro ha sempre dimostrato reticenza e dunque, conclude la mozione, «non avendo il viceministro dell’Economia e delle Finanze rassegnato le auspicabili ed opportune dimissioni» il Senato intende impegnare Prodi ed il governo «a revocare le deleghe» assegnate a Visco.
Al punto in cui sono le cose le dimissioni spontanee di Visco appaiono lo sviluppo più probabile al senatore Malan. «Nella mozione non richiediamo formalmente né la presenza di Prodi né quella di Visco in aula - osserva Malan -. Certamente se venisse Prodi vorrebbe dire che intende richiamare all’ordine i suoi e difendere Visco fino alla fine». Una scelta però che non sarebbe esente da un grave rischio per il governo: quello di andare ancora una volta sotto al Senato. «Mi chiedo: tutti i senatori a vita potranno essere presenti il giorno della votazione per salvare Prodi? - dice Malan -. Io ritengo che la mozione potrebbe passare, potremmo incassare la maggioranza visto anche il malessere interno al centrosinistra ». Dunque Malan non esclude che «Visco si dimetta». In questo modo toglierebbe dall’imbarazzo il governo e a quel punto la maggioranza potrebbe difenderlo grazie al suo «bel gesto». Però è pure vero che le dimissioni di Visco potrebbero apparire come una ammissione di colpa. «E dunque Visco potrebbe restare - conclude Malan -. A quel punto però sotto tiro finirebbe tutto il governo».
Il centrodestra comunque resta compatto nella richiesta delle dimissioni di Visco, ritenute inevitabili. Fin dall’inizio anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, disse che «se le cose stavano così chi aveva mentito doveva dimettersi». E l’ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, aveva chiesto che Visco venisse personalmente a rispondere in aula.
Per Maurizio Gasparri di Alleanza nazionale a questo punto non ci sono più dubbi: «Visco sta per essere fatto fuori con la collaborazione anche di esponenti dell’Unione. Il governo Prodi è fallito. L’Unione non esiste- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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