E con il cellulare i registi potranno anche vincere l’Oscar

Sì certo, per ora non se ne parla neppure. Ma è solo questione di tempo, neanche tanto. Tra poco anche i registi più famosi, mettiamo uno Scorsese lui che è così up to date, o Spielberg figurarsi, potranno girare film direttamente dal cellulare. Basta solo che la tecnologia si perfezioni ancora un po’, sapete tutti i dettagli sui pixel, sulla definizione, sulla luce. E che la mentalità dei cinematografari (così si definiva persino Fellini, quindi nessun insulto) si adegui a questa irrinunciabile novità. Vincere l’Oscar con un film girato con uno smartphone? Può essere. Non subito, ovvio. Prima si devono smaltire le abbuffate estemporanee, tipo quella sul 3D, e poi fare i conti con una colossale innovazione destinata a cambiare il futuro. In ogni caso, la tendenza è partita da un bel pezzo, naturalmente a livello amatoriale, spesso adolescenziale, quasi mai realmente artistico. Ma i primi risultati tangibili, ossia non frutto di divertissement semi goliardici, si possono già constatare. Nel corso dell’ultimo Festival del Film di Locarno sono stati presentati due film interamente girati con il cellulare. Uno, Teheran senza permesso, che Sepideh Farsi ha ambientato nella città blindata da controlli peggio della Gestapo, mostra ciò che soltanto grazie a uno smartphone è possibile vedere di una realtà accecata dall’intolleranza.

L’altro film invece, i sessantasei minuti de La Paura filmati dal creativo Pippo Delbono, sono sostanzialmente il viaggio inseguendo un sentimento, la paura appunto, che punteggia i campi rom o le scritte razziste oppure i funerali di un immigrato trucidato solo per aver rubato due biscotti. Insomma, quelle scene che spesso si utilizzano come slogan di battaglia politica ma sono, in realtà, la reazione anomala (e apolitica) di una società che non trova gli anticorpi giusti per cambiare.

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