E Genova diventa capitale della sinistra europea

Non solo G8. Genova scopre di essere diventata l’ombelico del mondo della sinistra. Almeno quella Europea. Altrimenti non si spiegherebbe la scelta del capoluogo ligure come sede della prima riunione dell’Assemblea della Sinistra europea sabato dalle 10 alle 17 nell’Auditorium dell’ex chiesa di San Agostino in piazza Negri. Il nuovo soggetto politico è nato con l’assemblea nazionale di Roma del 16 e 17 giugno e comprende Rifondazione comunista, undici reti nazionali di movimenti associativi e quattro nodi tematici nazionali. Saranno almeno 200 - secondo le stime degli organizzatori - le persone delle reti e dei nodi nazionali che fanno parte dell’organismo dirigente a darsi appuntamento a Genova per fare il punto sul programma che la Sinistra europea intende realizzare nei prossimi mesi. A partire dal (difficile, se non impossibile) processo unitario tra le variegate forze politiche della sinistra. Numerosi i big che hanno già annunciato la loro presenza: Franco Giordano, Vittorio Agnoletto, Daniele Mazzonis, Titti De Simone, Piero Folena, Wilma Labate e Giuliano Giuliani. Finiti i lavori dell’assemblea, tutti in piazza per partecipare alle iniziative pubbliche previste per la commemorazione del G8. Visto che a Genova si prevede l’arrivo di poche centinaia di persone, la maggior parte sarà rappresentata proprio dai dirigenti e dai delegati (metà dei quali donne) convocati per l’assemblea nazionale della Sinistra europea. Genova ombelico del mondo della sinistra? Certamente sì, visto e considerato che in Provincia di Genova è nato anche il primo intergruppo della sinistra alternativa e ambientalista, attraverso la federazione dei gruppi consiliari di Rifondazione comunista - Sinistra europea (che comprende anche Unione a sinistra), dei Comunisti italiani e dei Verdi. L’obiettivo? «Determinare le scelte politiche della Provincia». Di più, diventare il punto di riferimento di forze politiche, soggettività individuali, comitati, associazioni, organizzazioni sindacali, movimenti che non accettano «la deriva moderata del nascente partito democratico, e guardano con preoccupazione alla frammentazione e la scarsa incisività che caratterizza troppo spesso la sinistra».
I contenuti? Lotta alla precarietà, rifiuto delle grandi opere infrastrutturali inutili che devastano l’ambiente e saccheggiano le casse pubbliche (Terzo valico?), potenziamento del trasporto pubblico, tutela della costa da cementificazioni e speculazioni immobiliari. Semaforo rosso alla creazione dell’inceneritore.

Che l’intergruppo della sinistra definisce «una tecnologia ormai abbandonata in molti paesi. Meglio puntare sul riciclaggio, sul riuso e su una raccolta differenziata spinta». Insomma nulla di nuovo sotto il sole della Sinistra alternativa e ambientalista

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