Salvo Mazzolini
da Berlino
Allindomani del fallimento del vertice di Bruxelles, per i partiti e i giornali tedeschi molti sono i perdenti e pochissimi i vincitori. Nella seconda categoria, quella dei vincitori, viene incluso, seppure con accenti critici e di rimprovero, Tony Blair. «Spinto più dallegoismo nazionale che dalla voglia di unEuropa più moderna e competitiva - scrive il Tagespiegel, quotidiano di Berlino - Blair ha provocato una crisi profonda però ritorna in patria come luomo che ha difeso gli interessi inglesi combattendo contro tutti. E per un politico non è un successo da poco. Inoltre bisogna riconoscere che lidea di Blair di legare uneventuale rinuncia di Londra ai privilegi ottenuti in passato a un ridimensionamento della spesa agricola ha il merito di aver reso inevitabile il dibattito su un utilizzo più innovativo delle risorse comunitarie».
Nella categoria dei perdenti, numerosissima, i commentatori politici includono quasi allunanimità il duo franco-tedesco. Chirac e Schröder vengono accusati praticamente di tutto. Parigi e Berlino avrebbero perso la capacità di influire sugli orientamenti dellUnione, non sono riusciti a mettere al centro del vertice unidea in grado di rilanciare lEuropa e dopo il duello con Blair rischiano di apparire come i difensori di un bilancio comunitario che riflette il ritardo del nostro continente nellaffrontare le sfide della globalizzazione. Sebbene ancora non sia stata fissata la data delle elezioni, la Germania è già in campagna elettorale. Era quindi inevitabile che le cattive notizie provenienti da Bruxelles venissero strumentalizzate a fini interni. Per i politici dellarea rossoverde, il piano di bilancio presentato da Juncker e sostenuto da Schröder è stato battuto ma lo slancio europeista del Cancelliere non può essere messo in discussione. Merito che invece non viene riconosciuto da Angela Merkel, leader della Cdu e dellopposizine di centrodestra. La Merkel, che molto probabilmente dopo il voto occuperà la poltrona di Schröder al prossimo vertice europeo, accusa Blair di egoismo ma accusa anche Chirac, e quindi il Cancelliere, per non aver fatto nessuna concessione sulla spesa agricola.
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