da Roma
Braccia incrociate nella scuola. Oggi, infatti, i Cobas «sciopereranno e manifesteranno nuovamente (dopo il successo dello sciopero di tutto il lavoro dipendente del 17 novembre con trecentomila manifestanti in piazza) contro i tagli alla scuola pubblica della Finanziaria (migliaia di classi e 50mila posti di lavoro) e i finanziamenti alla scuola privata (150 milioni di euro in più rispetto al governo Berlusconi)».
Tra le altre questioni al centro della protesta, spiega in una nota il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi, «l'abrogazione delle leggi Moratti; l'assunzione di tutti i precari, poiché non è affatto sufficiente il mantenimento delle graduatorie permanenti, visto che il governo vuole arrivare all'assunzione diretta del personale da parte dei capi di istituto; il rinnovo del contratto scaduto da un anno, con 300 euro di aumento per docenti e Ata, e per la corresponsione immediata dell'indennità di vacanza contrattuale».
«Anche lo Snals e Gilda - prosegue Bernocchi - dopo mesi di passività, hanno promosso per il 7 lo sciopero: è dunque una buona occasione per far sì che diventi lo sciopero di tutti. È invece solo preoccupato di non disturbare il "governo amico" lo sciopericchio di un'ora convocato da Cgil-Cisl-Uil: per questo invitiamo i docenti e Ata dei tre sindacati concertativi a unirsi allo sciopero di domani per far si che la grande maggioranza degli istituti resti chiusa in difesa dell'istruzione pubblica».
E i Cobas scioperano per i precari
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